Roma (Italia). Il 30 luglio 2023 si celebra la Giornata mondiale contro la tratta di esseri umani, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2013 al fine di sensibilizzare la comunità internazionale sulla situazione delle vittime di tratta e promuovere la difesa dei loro diritti.

Reach every victim of trafficking, leave no one behind (Raggiungere ogni vittima della tratta, non lasciare indietro nessuno) è il tema per la Giornata 2023, con cui si mira a far conoscere i dati e gli andamenti del fenomeno della tratta a partire dal Rapporto Globale 2022 dell’UNODC – l’Ufficio per la lotta alla droga e al crimine delle Nazioni Unite – invitando i governi, le forze dell’ordine, i servizi pubblici e la società civile a rafforzare la prevenzione, a sostenere le vittime e a contrastare la tratta. Uno degli obiettivi di questa edizione del Rapporto è anche mostrare i cambiamenti rispetto alle tendenze storiche da quando UNODC ha iniziato a raccogliere dati, nel 2003.

Quasi tutti i Paesi del mondo sono colpiti dalla tratta, sia come paese di origine, di transito o di destinazione delle vittime. A livello globale, le Nazioni sembrano aver abbassato la guardia verso il fenomeno. La rilevazione dei casi è infatti diminuita dell’11% nel 2020 e le sentenze sono calate del 27%, a dimostrazione di un rallentamento a livello mondiale della risposta della giustizia penale alla tratta.

La pandemia di Covid-19 ha spinto il fenomeno sempre più verso la clandestinità, aumentando potenzialmente i pericoli per le vittime, rendendo cioè meno probabile che il reato venga portato all’attenzione delle autorità. Infatti, il 41% delle vittime che riesce a sfuggire alla propria situazione si rivolge alle autorità di propria iniziativa, segno che le risposte anti-tratta sono insufficienti.

Inoltre, le crisi globali, i conflitti e l’emergenza climatica stanno aumentando i rischi legati alla tratta. Lo sfollamento e le disuguaglianze socio-economiche stanno colpendo milioni di persone in tutto il mondo, rendendole vulnerabili allo sfruttamento da parte dei trafficanti. Coloro che non hanno uno status legalmente riconosciuto, vivono in povertà, hanno un accesso limitato all’istruzione, all’assistenza sanitaria o a un lavoro dignitoso, subiscono discriminazioni, o provengono da comunità emarginate, sono spesso i principali obiettivi dei trafficanti.

Il tema della Giornata 2023 invita ad approfondire maggiormente la conoscenza del fenomeno della tratta e a rendersi personalmente, per quanto possibile, partecipi nel contrastarlo, con la prevenzione, la vicinanza e l’aiuto alle persone più vulnerabili. “Non lasciare indietro nessuno” è pure la sfida accolta dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e dagli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs), in particolare dagli SDG 5, 8 e 16.

È anche quanto ha richiamato Papa Francesco l’8 febbraio 2023, rivolgendosi ai giovani, nel Videomessaggio per la 9ª Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone sul tema Camminare per la dignità:

“Camminare per la dignità, contro la tratta di persone, senza lasciare indietro nessuno.

Camminare con occhi aperti per ri-conoscere i processi che inducono milioni di persone, soprattutto giovani, ad essere trafficati per essere sfruttati con brutalità. Camminare con il cuore attento per scoprire e sostenere i percorsi quotidiani per la libertà e la dignità. Camminare con la speranza nei piedi per promuovere azioni anti-tratta. Camminare dandosi insieme la mano per sostenersi a vicenda e costruire una cultura dell’incontro, che porti alla conversione dei cuori e a società inclusive, capaci di tutelare i diritti e la dignità di ogni persona”.

La Giornata mondiale contro la tratta di esseri umani interpella l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice e le Comunità Educanti a continuare nella missione a favore dello sviluppo integrale e della promozione di ogni persona umana, intensificando il lavoro in sinodalità con organismi e Istituzioni per essere insieme “rete di salvezza” per tanti.

“Le grandi questioni dell’esclusione, della difesa della vita, della mobilità umana, della pace, della cura del creato, dell’educazione diventano per noi, per le nostre Comunità Educanti, e per la Famiglia Salesiana, un appello a ripensare la missione nelle sue strutture, nelle proposte, nei luoghi da privilegiare. In questi processi, siamo chiamati a una nuova inculturazione del Vangelo nello stile del Sistema Preventivo. (Atti del CG 23 n.32)”.

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