Roma (Italia). Il 27 luglio 2023 il Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco, Don Ángel Fernández Artime, Padre e Centro d’Unità della Famiglia Salesiana, a conclusione della sessione plenaria estiva del Consiglio Generale, ha reso noti il tema e le linee guida della Strenna per l’anno 2024, a 200 anni dal sogno che Giovannino Bosco  – il futuro Don Bosco – fece nel 1824 all’età di nove anni:

«Il sogno che fa sognare». Un cuore che trasforma i “lupi” in “agnelli”

“Ritengo che la ricorrenza dei 200 anni del sogno che «condizionò tutto il modo di vivere e di pensare di don Bosco. E in particolare, il modo di sentire la presenza di Dio nella vita di ciascuno e nella storia del mondo» (cfr. P. STELLA, Don Bosco nella storia della religiosità cattolica), meriti di essere messo al centro della Strenna, che guiderà l’anno educativo pastorale di tutta la Famiglia Salesiana”, motiva il Rettor Maggiore, ringraziando un gruppo di confratelli e la Consulta Mondiale della Famiglia Salesiana per il contributo alla riflessione.

Nella presentazione del sogno che avrebbe “segnato” Don Bosco – “Un sogno che avrebbe lasciato in lui una traccia indelebile, il cui significato comprese pienamente solo al termine della vita!” – Don Ángel fa riferimento, tra le diverse narrazioni, alla versione che il Santo racconta a don Barberis nell’anno 1875, nella fase di maturità della sua vita, quando aveva già sessant’anni anni:

“In quel tempo Don Bosco aveva assistito alla nascita della Congregazione Salesiana (18 dicembre 1859), dell’Arciconfraternita di Maria Ausiliatrice (18 aprile 1869), dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice (5 agosto 1872) e della Pia Società dei Cooperatori Salesiani – secondo il nome originario dato da Don Bosco – approvata il 9 maggio 1876”.

Don Bosco stesso, all’inizio del manoscritto, spiega l’utilità del racconto: «Servirà di norma a superare le difficoltà future, prendendo lezione dal passato; servirà a far conoscere come Dio abbia egli stesso guidato ogni cosa in ogni tempo; servirà ai miei figli di ameno trattenimento, quando potranno leggere le cose cui prese parte il loro padre, e le leggeranno assai più volentieri quando, chiamato da Dio a rendere conto delle mie azioni, non sarò più tra loro».

Il Rettor Maggiore invita pertanto la Famiglia Salesiana, ad “approfittare di questo anno bicentenario del sogno per studiare e approfondire le Memorie dell’Oratorio e il sogno dei nove anni”. Lo fa con profonda convinzione, consapevole che “in questo ambito della salesianità, della nostra storia e dei fondamenti del nostro carisma, corriamo il rischio di concentrarci e di fermarci sempre e solo su alcuni luoghi comuni molto semplificati, e di ripetere poche affermazioni generiche” ed esprimendo pertanto la necessità di offrire una riflessione più consistente “alla Famiglia Salesiana nel mondo, a tanti laici e giovani, ragazzi e ragazze”.

Un sogno che fa sognare

Nel sogno dei 9 anni è contenuto il progetto vocazionale consegnato a Don Bosco e la rilettura della sua vita, “cogliendo i modi in cui il Signore ne è stato e ne è il protagonista”, tuttavia, afferma Don Ángel “questo sogno c’entra oggi con i sogni dei salesiani, suoi figli, di tutta la Famiglia Salesiana e soprattutto dei giovani. In questo senso il sogno continua a farci sognare e a invitarci a pensare chi siamo e per chi siamo oggi”.

Il Rettor Maggiore termina questa prima bozza del commento alla Strenna sottolineando l’importanza degli altri “per costruire noi stessi e il nostro sogno” e la necessità di fidarsi e affidarsi, consegnandosi con fiducia alla guida di Maria, che nel sogno è definita “la Maestra”. “Ciò naturalmente presuppone che ci siano guide sagge ed evangelicamente ispirate alle quali poterci affidarci. Anche in questo ci è affidato un bellissimo compito”.

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