Roma (Italia). Il 24 giugno 2021 ricorre il 70° anniversario della Canonizzazione di Maria Domenica Mazzarello, Confondatrice con Don Bosco dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, proclamata Santa da Papa Pio XII il 24 giugno 1951, a Roma, nella Basilica di San Pietro in Vaticano.

Suor Piera Cavaglià, Segretaria generale dell’Istituto FMA, nell’incontro con la Comunità FMA di Casa Generalizia a Roma (RCG), presentando l’iter del processo di Canonizzazione di Madre Mazzarello in vista del 70° Anniversario, ha sottolineato: «La Santità di Madre Mazzarello era un segno di grande benedizione su tutto l’Istituto FMA e sulla Chiesa, ma anche una chiamata a tendere “alla misura alta della vita cristiana ordinaria”» (Cf. Giovanni Paolo II, Novo Millennio Ineunte 31).

Nel dare la notizia all’Istituto FMA, circa un mese prima, la Vicaria generale Madre Elvira Rizzi, a nome della Superiora Generale dell’Istituto FMA, Madre Linda Lucotti, scriveva: “Care sorelle, parlate con tutti di questo gaudio della nostra famiglia religiosa, diffondete la notizia a tutti i ceti di persone” (Circolare del 5-4-1951).

Il 24 giugno 1951 nella Basilica di San Pietro, sono presenti Madre Linda Lucotti con il Consiglio generale, 32 Ispettrici d’Italia, d’Europa, d’America e del Medio Oriente, 3.000 FMA tra Direttrici, Suore, Novizie, Postulanti, Aspiranti, ragazze, genitori ed Exallieve delle FMA, Salesiani di Don Bosco, Salesiani/e Cooperatori/trici, e pellegrini provenienti da tutto il mondo; le due miracolate per intercessione di Madre Mazzarello: suor Maggiorina Avalle, FMA, e Carla Ramponi, di Castano Primo (Milano).

Lo stendardo della Santa, opera del pittore Gian Paolo Crida, apre il corteo papale con il Sommo Pontefice Pio XII accompagnato dal collegio dei Cardinali, Prelati e Officiali della Curia Romana, Abati, Vescovi, Arcivescovi, e si dirige all’Altare della Confessione. Sul frontone della Loggia esterna della Basilica è esposto l’arazzo con le due Sante educatrici canonizzate in quel giorno: Maria Mazzarello ed Emilia de Vialar, Fondatrice dell’Istituto delle Suore di S. Giuseppe dell’Apparizione.

Iter del Processo di Canonizzazione

La fama di santità, indispensabile per avviare il Processo di Canonizzazione, era viva tra le suore, le missionarie, ma anche tra i Salesiani di Don Bosco e la gente che l’aveva conosciuta. C’era fiducia nella sua intercessione e le FMA percepivano di aver avuto una Superiora Santa.

Sono due le principali tappe del Processo riguardanti la raccolta e l’esame della documentazione: il Processo Informativo Diocesano, disposto dalla Diocesi in cui muore la persona in fama di santità, e il Processo Apostolico, indetto dalla S. Congregazione dei Riti. Tra i due processi vi è il Decreto per l’introduzione della Causa (27-5-1925), a cui segue la discussione sulle virtù (Decreto di Venerabilità), e sui miracoli (Decreto di Beatificazione e Canonizzazione).

Il Processo Informativo Diocesano ha inizio nella Curia di Acqui Terme (AL) il 23 giugno 1911. Don Ferdinando Maccono fu scelto come Vice-Postulatore della Causa. Il Maccono lavorò con accuratezza, serietà di metodo storico e capacità letteraria per far conoscere ed amare la Madre. Nel 1918 venne nominato come Relatore della Causa (ponente), il Card. Giovanni Cagliero, SDB, figura molto significativa per la lunga familiarità con suor Maria Mazzarello.

Tra il 1918 e il 1924 si realizza il Processo sugli scritti di suor Maria Mazzarello. Nelle lettere raccolte e autenticate dalla Curia di Acqui, uno dei teologi evidenzia la “singolare cura” per la formazione delle consorelle, la sua umiltà e il suo ardente amore per Gesù, unico scopo della sua vita.

Per le testimonianze vennero interrogate 27 persone: molte FMA, accolte come educande nel Collegio di Mornese o come postulanti, tra queste Caterina Daghero, Enrichetta Sorbone, Eulalia Bosco; alcune signore, tra le quali alcune mornesine exallieve del laboratorio; delle Figlie dell’Immacolata; laici, tra cui i cugini Giuseppe e Domenico Mazzarello; tre Salesiani: Mons. Giovanni Cagliero, Mons. Giacomo Costamagna e don Francesco Cerruti. Una delle testimoni più significative era suor Petronilla Mazzarello, l’amica con cui Madre Mazzarello aveva condiviso il progetto dell’educazione delle ragazze e il graduale costituirsi e consolidarsi dell’Istituto delle FMA.

Nel 1923 vennero raccolte le Litterae Postulatoriae, in cui si domandava che suor Maria Mazzarello venisse elevata agli onori degli altari. Le lettere raccolte furono ben 558, provenienti dalle varie parti del mondo, a dimostrazione della sua popolarità.

Nel 1925 ha inizio il Processo Apostolico.

Nel 1929 a Nizza con la ricognizione della salma alla presenza di medici e persone competenti. Nel 1934 sulla questione del titolo di ‘Confondatrice’ attribuito dalla Chiesa a Madre Mazzarello.

Nel 1935 si entrò nella fase decisiva del Processo: la valutazione dell’eroicità delle virtù e la conferma con i miracoli. Furono presentati due miracoli: il primo avvenne nel 1916, con la guarigione della bambina Ercolina Mazzarello, residente a Mornese, che soffriva di paralisi spinale acuta a entrambe le gambe per una poliomielite. Il secondo, il 19 marzo 1926, con la guarigione della dodicenne Rosa Bellavita di Paullo (Milano), colpita da peritonite tubercolare ascitica. In entrambi i casi si tratta di guarigioni istantanee, complete e durature, inspiegabili dal punto di vista scientifico.

Il 3 maggio 1936, nella Sala del Concistoro, alla presenza del Papa, Pio XI, vi fu la lettura del Decreto dell’eroicità delle virtù (Venerabilità), fondamento di un processo di Beatificazione. Le sue spoglie vennero portare da Nizza Monferrato (AT) a Torino, provvisoriamente nella Cappella delle reliquie, in attesa di essere poste nella Basilica di Maria Ausiliatrice.

Il 20 novembre 1938 a Roma, nella Basilica di S. Pietro in Vaticano, si svolse la solenne Beatificazione, a cui erano presenti le due giovani miracolate: Ercolina Mazzarello, che aveva 26 anni e Rosa Bellavita, 24. Al Papa Pio XI fu offerto un reliquiario con la vertebra di Madre Mazzarello che commentò: «La Mazzarello, come don Bosco, aveva una buona spina dorsale. Lo dica alle suore che abbiano esse pure una buona spina dorsale».

Il Processo in vista della Canonizzazione riprese nel 1941. Il culto alla Beata Maria Domenica Mazzarello portava la sua impronta popolare: “È il popolo che va a lei, la sente una Santa sua, che comprende, che ascolta, aiuta con predilezione la gente della sua condizione”, scriveva il Vescovo di Asti, Mons. Umberto Rossi.

Il 13 marzo 1950, alla presenza del Papa Pio XII, venne data lettura del Decreto per l’approvazione dei miracoli: suor Maggiorina Avalle, FMA,  guarita istantaneamente a Roppolo Castello (Biella), il 15 agosto 1941, da setticemia diffusa, quando i medici avevano detto che le restavano poche ore di vita e Carla Ramponi, di Castano Primo (Milano), guarita il 24 novembre 1946, all’età di 8 anni, da nefrite acuta, dopo che una FMA aveva posto sotto la testa della bimba, che pareva ormai morta, la reliquia di Madre Mazzarello.

Il 24 giugno 1951 si arriva alla Canonizzazione di S. Maria Domenica Mazzarello proposta al culto della Chiesa Universale. La Bolla di Canonizzazione termina con una esortazione rivolta a tutti, specialmente alle FMA di cui Madre Mazzarello fu la prima Superiora: “da lei imparino l’unica vera scienza, la quale – come ella scrisse – consiste nel farci santi”.

Celebrare un Anniversario di Canonizzazione è mantenere viva la memoria degli eventi di grazia e i legami di comunione, è continuare «a riconoscere che siamo circondati da una moltitudine di testimoni che ci spronano a non fermarci lungo la strada, ci stimolano a continuare a camminare verso la meta» (Papa Francesco, Gaudete et exsultate, n°3).

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