Cagliari (Italia). Il Programma Operativo Cumentzu per l’inclusione sociale degli immigrati presenti sul territorio, finanziato dalla Regione Sardegna, è coordinato e realizzato dal CIOFS/FP Sardegna, nell’Ispettoria S. Giovanni Bosco (IRO).

Il 26 novembre 2019, dopo la prima parte di informazione e di accoglienza dei giovani partecipanti, sono stati avviati gli interventi finalizzati all’inclusione del Progetto “Tottus impari” con l’attivazione di quattro laboratori tematici.

Coendi: Laboratorio e cooking class sulla cucina sardo-mediterranea

I giovani, guidati da alcuni esperti di settore, hanno messo proprio le mani in pasta, imparando a preparare la pasta fresca e il pane, tipici della Sardegna, conoscendo così i prodotti cardine dell’alimentazione mediterranea e le tradizioni dell’ambiente che li ospita.

Memoria culturale come identità collettiva

I giovani immigrati hanno visitato Musei e luoghi tipici di Cagliari, di Barumini e di Sant’Antioco, apprezzando la storia e la bellezza locale.

Web Doc: Il bagaglio – Cagliari, storie di inclusioni possibili

I giovani, con l’aiuto di esperti, realizzano un documentario nel quale intervengono tutti coloro che lavorano nell’accoglienza degli immigrati in Sardegna, dagli operatori dei Centri di Accoglienza e degli Sprar, alla Caritas Diocesana, agli operatori del CIOFS/FP Sardegna. Per la realizzazione delle interviste tutti i giovani si sono messi in gioco, raccontando e raccontandosi, tirando fuori tutto il loro difficile e doloroso vissuto.

Murales metropolitani

Il laboratorio di murales ha ri- valorizzato un vecchio muro di cinta del Centro del CIOFS/FP di Cagliari. Riccardo Pinna, l’esperto dell’Associazione Culturale “Skizzo” che ha guidato il percorso, così spiega l’opera d’arte urbana:

“Una texture urbana che richiama nelle forme la tecnica dei batik: cerchi come simbolo di movimento, quadrati che esprimono staticità ed equilibrio, linee che rappresentano le strade percorse e da percorrere e triangoli come metafora delle salite e delle discese che tutti ci troviamo ad affrontare quotidianamente.

Un patchwork collettivo che parla dei colori del mondo visto dall’alto: il bianco dei ghiacci, il giallo della sabbia, il marrone della terra, il verde della vegetazione e l’azzurro del mare.

L’accostamento sempre diverso di questi semplici elementi dà vita a combinazioni originali e creative e ad un’insieme variegato e multicolore che rappresenta il nostro modo di interagire e conoscerci all’insegna della cultura, dell’arte e della collaborazione.”

Gli interventi si pongono l’obiettivo di creare occasioni per l’inclusione sociale e la piena partecipazione alla vita della collettività degli utenti immigrati partecipanti al progetto. I giovani coinvolti hanno risposto con entusiasmo al progetto, dando prova che l’inclusione è possibile.

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