Cantalpino (Spagna). Il 9 febbraio 2021 si celebra la memoria liturgica della Beata Eusebia Palomino, Figlia di Maria Ausiliatrice vissuta in Spagna (1899-1935), beatificata a Roma da Giovanni Paolo II il 25 aprile 2004. Quest’anno si ricordano i 100 anni dalla chiamata alla vita religiosa salesiana della giovane Eusebia, nel 1921.

Nata il 15 dicembre 1899 a Cantalpino, in provincia di Salamanca (Spagna) da una famiglia molto povera ma di grande fede, Eusebia si trasferisce a Salamanca per sostenere economicamente i suoi con il suo lavoro. È il 24 maggio del 1915, quando vede passare la processione di Maria Ausiliatrice e, nel momento in cui la statua si trova di fronte a lei, sente la Madonna dirle: “Sarai mia figlia”. A quindici giorni da questo incontro, una giovane donna la invita presso l’oratorio delle Figlie di Maria Ausiliatrice dove, visitando la Cappella, rivede l’Ausiliatrice, si inginocchia e sente dire: “È qui che ti voglio”.

Da quel giorno, in Eusebia aumenta il desiderio di rivedere la Madonna, la domenica andando all’oratorio. Presto le Salesiane riconoscono in quella bambina, che non aveva molta cultura, ma una grande semplicità e onestà, qualcosa di speciale. Era educata e corretta, perché non offrirgli un posto al Collegio? I piani di Dio si stavano gradualmente realizzando. Lì si occupa fin da subito di pulire la casa, aiutare in cucina e, tra tante occupazioni, trova la sua felicità, servendo con gioia.

Per Eusebia non è facile, data la sua condizione povera, intraprendere il cammino di vita religiosa. Don José Binetti, Ispettore dei Salesiani, in visita alle FMA di Salamanca, incontrandola le chiede se desidera consacrarsi alla Vergine. Alla sua risposta affermativa, le mette la mano sulla testa e pronuncia la formula di consacrazione a Maria Ausiliatrice. Eusebia non capisce il latino, ma l’Ispettore aggiunge: “Da oggi sei tutta di Maria, ti aiuterà, ti guiderà, darà tutti i mezzi perché tu possa realizzare i tuoi desideri. Nel frattempo io pregherò per te”.

La vita continua nel lavoro al Collegio, con l’unico obiettivo di fare del bene agli altri e di santificarsi. Il Collegio è già la sua casa e a poco a poco la sua presenza si rivela preziosa, come confermano alcune testimonianze delle sorelle che vivono con lei a Salamanca:

  • Un dolce sorriso era sempre sulle sue labbra, dando la sensazione di essere sempre alla presenza del Signore.
  • Aveva un dono speciale per insegnare il catechismo ai più piccoli, per spiegare con ardore la dottrina, con cui comunicava il proprio fervore.
  • Caritatevole con i poveri, si privava del proprio cibo per aiutare i bisognosi.
  • Sempre pronta ad accontentare gli altri, non è mai stata sentita parlare male di nessuno.
  • Di carattere forte ma dominato, ha dimostrato il contrario e riusciva sempre a trovare i lavori che richiedevano più sacrificio, con spontaneità, senza la minima ostentazione.
  • Di aspetto poco attraente, la sua virtù, la sua bontà, la sua grande carità verso tutti – frutto del suo immenso amore per Dio – le davano un tratto simpatico e comprensivo che le faceva amare tutti.
  • Irradiava luce e calore. Era ammirata e amata… era diventata un dono.

Nei primi mesi del 1921, Madre Enrichetta Sorbone, Vicaria Generale dell’Istituto delle FMA, visita la Casa di Salamanca ed Eusebia ha modo di parlare con lei per esprimerle il desiderio di essere religiosa e manifestarle le difficoltà dovute alla povertà. Madre Enrichetta dice a Eusebia di non preoccuparsi più di nulla, perché sarebbe stata ammessa in Congregazione.

Alla fine del 1921 Eusebia si reca a Cantalpino per chiedere ai genitori il permesso di entrare nell’Istituto. Il 31 gennaio 1922, a 22 anni, Eusebia prende la medaglia di Postulante, rimanendo a Salamanca a prestare il servizio in cucina.

La vita di suor Eusebia è voce di Dio per tutti: indica chi sono i ricchi e i saggi di fronte a Dio ed è richiamo costante a rendere straordinario l’ordinario della vocazione salesiana, nella semplicità e nel nascondimento.

Il musical “Voce di Dio”, realizzato nel 2018 dal Gruppo teatrale Valverde del Camino (Huelva), regia di Mati Valero, dell’Ispettoria di Siviglia, mette in luce la spiritualità della Beata.

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