(Medio oriente-Europa). Il 3 febbraio 2021, si è svolta online l’Assemblea precapitolare della Conferenza Interispettoriale Medio Oriente Europa – CIME.

Da 20 Ispettorie, due Visitatorie e Casa generalizia FMA (RCG), sparse in 28 nazioni, 60 Figlie di Maria Ausiliatrice ‒ Ispettrici, delegate al Capitolo Generale XXIV (CGXXIV) ed invitate tra cui sei laiche ‒sono state convocate su piattaforma telematica il 3 febbraio 2021, dalla Presidenza della Conferenza Interispettoriale Medio Oriente Europa (CIME) per confrontarsi e dialogare su “provocazioni, segni dello spirito, linee di azioni”, i titoli del breve documento preparato come ulteriore apporto all’approfondimento sul tema del CGXXIV: “Fate quello che Egli vi dirà”. Essere comunità generative nel cuore della Contemporaneità.

L’incontro è stato presieduto da Suor Petra Egeling, Ispettrice dell’Austria/Germania (AUG) e Presidente della CIME, presente la Consigliera Visitatrice suor Paola Battagliola, Referente CIME e moderato dalla Segretaria della Conferenza, suor Anna Razionale.

Il link per l’incontro, su piattaforma zoom, ha ritmato il tempo dei lavori. A darne il click di apertura l’ascolto del Vangelo delle nozze di Cana e il saluto della Superiora Generale, Madre Yvonne Reungoat, che ha seguito i lavori, e, tra l’altro, ha detto: «Questa assemblea è segno della vita che cresce ed è un segno di speranza e di comunione», anche se online «è un incontro che s’interroga su nuove modalità di ricerca, perché la pandemia propone nuove sfide a livello sociale, politico, educativo».

L’Assemblea è stata arricchita dalla presentazione, seppur essenziale, dell’Ispettrice Suor Ribas María del Rosario García (SPA), del percorso fatto dal Consiglio di Presidenza dalla costituzione della CIME ad oggi.

Suor Petra ha, subito dopo, presentato il criterio utilizzato per la redazione del Documento: cogliere, da oltre settanta pagine pervenute dalle Ispettorie, quanto non presente nello Strumento di Lavoro CGXXIV, perché redatto prima della Pandemia di Covid-19.

«La sintesi finale di questo lavoro» ha sottolineato suor Petra «cerca di mettere l’attenzione su ciò che è più attinente all’inedita situazione della pandemia, sulle istanze che ha sollecitato e su ciò che spinge ad andare oltre. Pensiamo che tale sintesi possa essere approvata nella sua globalità, ma nello stesso tempo se qualcuna lo ritiene opportuno può far pervenire delle integrazioni significative per arricchirlo».

Il documento-sintesi, predisposto da una piccola Commissione formata da Suor Roberta Tomasi (MOR), Suor Elide Degiovanni (IPI), Suor Paloma Bravo (SPA) e coordinata da Suor Petra, è stato approvato all’unanimità, dopo averlo discusso nei gruppi ossia nelle “stanze” virtuali in cui le partecipanti sono entrate al tocco sempre di un click. Nelle cinque stanze le partecipanti, suddivise per Regioni, hanno dialogato e risposto a due domande: «A partire dalla sintesi finale quale istanza/sollecitazione desideriamo far giungere all’Assemblea Capitolare per una opportuna riflessione a livello di Istituto? Quale stimolo possiamo raccogliere dai Segni dello Spirito e dalle Linee di azione per il cammino della CIME?».

Il filo rosso che ha raccolto il sentire dei cinque gruppi si può esprimere attraverso tre parole chiave: cambiamento/formazione/comunicazione. E le proposte per un cammino unitario della CIME vertono sull’importanza di fare reti; di realizzare progetti comuni; di rafforzare l’European networking specialmente con i membri della Famiglia Salesiana; di condividere, attraverso le risorse online, la formazione e la spiritualità e di realizzare corsi di lingua italiana e inglese. Infine, da qualche gruppo è emersa la richiesta alla Superiora Generale e al suo Consiglio o all’Assemblea capitolare di approfondire ed articolare l’espressione “Mornese in uscita”, già citata da Madre Yvonne in una delle Circolari inviate a tutte le Figlie di Maria Ausiliatrice dei cinque Continenti.

La dinamica iniziale, presentata da suor Mojca Šimenc, ispettrice della Slovenia/Croazia (SLC), per agevolare in tempo rapido la conoscenza tra le partecipanti, poiché il nome e cognome appariva già sul display, chiedeva di identificare con una sola parola il proprio atteggiamento all’inizio dell’Assemblea, scrivendola in chat. Così: gioia, ricerca insieme, speranza, apertura, gratitudine, solidarietà, curiosità, hanno collocato l’esperienza di ciascuna in un sentire comune dove tutte si sono sentite coinvolte e rappresentate da ciascuna parola.

In ultima analisi, è la parola che la Superiora generale, dopo aver ascoltato le coordinatrici dei cinque gruppi, ha chiamato «convergenza». Ha detto: «Convergenza nel confronto e la chiarezza e la semplicità» con cui ciascuna si è posta. «Sensibilità al cambiamento», ha sottolineato «per lasciarsi guidare, tra noi e in rete, nel cercare e proporre vie nuove». Ha, altresì, sollecitato l’assemblea a «decidere qualche passo concreto in un’esperienza concreta.  Non basta intravedere alcune vie, è necessario farlo. Io vi sostengo. Le idee buone e luminose sono segno di speranza». L’Assemblea non poteva che avere una parola di speranza: questo lascia intravvedere l’aurora di un nuovo domani.

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