Roma (Italia).  Gli autori dei testi e dei disegni a commento della Via Crucis che Papa Francesco presiederà, il 2 aprile 2021, a Roma sul Sagrato della Basilica di San Pietro sono di bambini e bambine, ragazzi e ragazze del Gruppo Scout Agesci “Foligno I” (Umbria), della Parrocchia romana Santi Martiri di Uganda e di due case famiglia, Mater Divini Amoris  e Tetto Casal Fattoria, di Roma.

La Via Crucis settimanale è un appuntamento significativo nel cammino di Quaresima, per accompagnare Gesù sulla via della Croce, con lo sguardo alle necessità del mondo, e per entrare gradualmente nel Mistero pasquale.

Alcuni dei bambini e ragazzi, autori delle meditazioni, accompagneranno il Papa lungo le 14 Stazioni, leggendo i commenti e le preghiere, frutto delle riflessioni concrete tratte dalla loro vita quotidiana: la scelta di non intervenire a difendere un amico, la derisione di una compagna di classe, il piccolo fallimento di un brutto voto, sono alcuni degli episodi raccontati con la fiducia dei piccoli in Gesù: “Tu sei stato bambino come noi”.

Come esprimono loro stessi nella lettera introduttiva, l’esperienza della Croce non è lontana dai bambini: “Caro Gesù, Tu sai che anche noi bambini abbiamo delle croci, che non sono né più leggere né più pesanti di quelle dei grandi, ma sono delle vere e proprie croci, che sentiamo pesanti anche di notte. E solo Tu lo sai e le prendi sul serio”.

Le meditazioni, scritte con semplicità da bambini e ragazzi, toccano profondamente il cuore e sono un’occasione per pensare, per convertirsi e per desiderare un mondo più giusto e felice per tutti.

Nell’Udienza del Mercoledì Santo, il 31 marzo 2021, il pensiero di Papa Francesco è andato anche ai bambini, ai tanti piccoli ‘crocifissi’, vittime innocenti che muoiono di fame, che non hanno educazione e “solo da Lui possono ricevere il conforto e il senso del loro patire”.

Nelle Celebrazioni pasquali di quest’anno, ancora segnato dalla pandemia di Covid-19, la Croce di Cristo è “segno della speranza che non delude”:

“Cari fratelli e sorelle, anche quest’anno vivremo le celebrazioni pasquali nel contesto della pandemia. In tante situazioni di sofferenza, specialmente quando a patirle sono persone, famiglie e popolazioni già provate da povertà, calamità o conflitti, la Croce di Cristo è come un faro che indica il porto alle navi ancora al largo nel mare in tempesta. La Croce di Cristo è il segno della speranza che non delude; e ci dice che nemmeno una lacrima, nemmeno un gemito vanno perduti nel disegno di salvezza di Dio”.

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