Italia. L’8 e il 9 ottobre 2022 si è svolto, in contemporanea nelle 7 Ispettorie delle Figlie di Maria Ausiliatrice dell’Italia, un Seminario di Pastorale Giovanile sul tema: “Ogni ambiente educativo è vocazionale”, organizzato dalla Commissione Nazionale di Pastorale Giovanile, con la finalità di far sperimentare la progettazione pastorale trasformativa come “metodo”, attorno alla pastorale vocazionale come “contenuto”.

La missione salesiana, dedita ad accompagnare i giovani perché siano onesti cittadini, buoni cristiani e un giorno degni abitatori del cielo, passa infatti attraverso la capacità degli ambienti educativi di essere luoghi vocazionali, che suscitano domande e che accompagnano a trovare le risposte.

Le due giornate di laboratorio si sono svolte nelle singole Ispettorie, con la presenza di FMA, di alcuni giovani e laici, guidati da uno schema comune predisposto dalla Commissione Nazionale di PG.

L’avvio ai lavori è stato dato sabato pomeriggio, con l’intervento online sulla progettazione trasformativa offerto da don Michal Vojtàš, Salesiano di don Bosco, Docente di Pedagogia Salesiana e del Sistema Preventivo presso l’Università Pontificia Salesiana (UPS) di Roma. Don Michal è anche il direttore del Centro Studi Don Bosco della stessa Università, pertanto la sua area di ricerca si concentra attorno alla storia, all’attualizzazione e agli aspetti organizzativo-formativi dell’educazione salesiana.

La pastorale trasformativa è un nuovo modo di progettare la Pastorale, più in linea con la logica evangelica. Spiega, infatti, don Michal: “La logica dei Vangeli non si allinea alla logica della progettazione per obiettivi. Gli apostoli all’inizio non hanno un progetto, ma semplicemente rispondono a una vocazione che determina la loro identità di discepoli. Successivamente, entrano nella visione di Gesù sul Regno dei cieli e si avvia così il processo della partecipazione alla sua missione. Loro non sono i padroni della visione-missione, ma i suoi servitori. Il prodotto concreto del loro apostolato non era previsto dall’inizio, e troppa concretezza degli obiettivi era più causa di conflitto che di convergenza operativa”.

La formazione è continuata domenica 9, con l’approfondimento, a livello ispettoriale, del nuovo documento dal titolo: “Per accendere stelle. Orientamenti per una Pastorale Giovanile Vocazionale Missionaria Sinodale”, frutto del lungo lavoro della Commessione Pastorale nazionale allargata, che ha voluto lasciarsi interpellare dalle suggestive provocazioni del Sinodo sui giovani e dai testi che ne sono derivati, per rileggere i cammini pastorali vocazionali locali e rispondere in modo nuovo alle esigenze e all’accompagnamento dei giovani.

Il titolo del testo è ispirato all’Esortazione apostolica post sinodale «Christus Vivit» (CV 33):

Il Signore ci chiama ad accendere stelle nella notte di altri giovani; ci invita a guardare i veri astri, quei segni così diversificati che Egli ci dà perché non rimaniamo fermi, ma imitiamo il seminatore che osservava le stelle per poter arare il campo. Dio accende stelle per noi affinché possiamo continuare a camminare: «Le stelle hanno brillato nei loro posti di guardia e hanno gioito; egli le ha chiamate e hanno risposto» (Bar 3,34-35). Ma Cristo stesso è per noi la grande luce di speranza e di guida nella nostra notte, perché Egli è «la stella radiosa del mattino» (Ap 22,16).

Come si legge nell’introduzione degli Orientamenti, l’obiettivo di questo lavoro è quello di delineare più chiaramente i tratti della Pastorale Giovanile delle Figlie di Maria Ausiliatrice in ottica vocazionale, missionaria e sinodale, per favorirne un’assunzione sempre più consapevole in tutti gli ambienti educativi.

La metodologia sperimentata durante l’elaborazione del testo aveva due direzioni: la progettazione pastorale trasformativa, proposta da don Vojtàš; la metodologia sinodale del riconoscere, interpretare, scegliere, che sono poi i passaggi attraverso cui si snoda l’intero testo.

In quest’ottica, i/le partecipanti al Seminario sono passati dalla teoria alla pratica, dall’ascolto della metodologia, alla messa in pratica, con uno schema di lavoro chiaro, a cui si sono aggiunte l’esperienza variegata dei/delle componenti dei gruppi e le sollecitazioni degli Orientamenti di PG: una formula di ascolto e di dialogo per lavorare alla costruzione di una visione comune, a partire dal titolo della giornata.

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