Roma (Italia). Il 24 maggio 2024, in tutto il mondo salesiano, si celebra la Solennità di Maria Ausiliatrice. Le Figlie di Maria Ausiliatrice, nella Famiglia Salesiana, per volontà di Don Bosco, sono “Monumento vivente” della sua gratitudine all’Aiuto Potente dei Cristiani e di tutti i popoli.

Nel brano delle Nozze di Cana, proposto dalla liturgia della Solennità, la Vergine Santa si fa mediatrice presso il Figlio. La Serva di Dio Suor Antonietta Böhm (1907 – 2008), in particolare nei suoi ultimi anni di vita, ha vissuto la stessa missione di Maria: essere mediazione per gli altri della benedizione di Dio e dell’aiuto potente di Maria.

Era una missione che viveva con fede, con amore e con umiltà, come dono di Dio. Nella lettera del 26 luglio 1993 afferma: “Sì, … la fede è un dono di Dio, è a nostra disposizione. La Madonna opera, intercede, non c’è dubbio, i fatti lo dimostrano”. È consapevole di essere solo un tramite presso la Beata Vergine, come esprime nel 1994 a una suora argentina: “Le grazie che si narrano, prima di tutto, non sono io a farle, avvengono per intercessione di Maria Santissima. Esse sono ottenute dalla fede e dalla fiducia che c’è, che la persona ha. Ci si unisce al problema della persona. Certo, vi do la ma benedizione con la Madonna: personalmente, per telefono o per aereo, ma è Lei che agisce, che interviene, che procede”.

In un’altra lettera datata 19 gennaio 1994, collega questo suo ruolo alla missione evangelizzatrice e racconta: “Il buon Gesù mi dà l’opportunità di diffondere il suo messaggio. Solo ieri ho parlato alle mamme dell’asilo, ai novizi dei salesiani, alle giovani che frequentano l’accademia, ho dato la Buonanotte alla comunità di Laura Vicuña”. In una lettera del 5 aprile 1995, descrive come svolge la speciale missione: “Passo la giornata a fare telefonate, a rispondere alle lettere e a occuparmi delle persone, che non mancano mai. Ho fatto un programma. Dalle 9 alle 13, dopo pranzo, inizio dalle 15 alle 17, ci sono eccezioni quando arrivano da lontano. Che dono di Dio! … aiutami a ringraziare Gesù, la Madonna, per avermi concesso questo dono nella mia vecchiaia, di portare le anime a Dio, alla Madonna. È un lavoro sacro”.

Il particolare legame di Suor Antonietta Böhm con Maria Ausiliatrice è frutto di un vero e proprio cammino mariano. Nelle sue “Memorie Missionarie” narra: “In tutta la mia vita la presenza di Maria Santissima è stata molto forte, prima di tutto perché ho avuto la gioia di nascere in una casa cristiana e allo stesso tempo in una casa mariana. Uno dei primi ricordi che ho da bambina sono i canti e gli inni a Maria, un’usanza domestica che probabilmente proveniva dai miei nonni. Il luogo da cui provengo è una zona fredda, era consuetudine, alle sette di sera, riunirsi intorno al fuoco, per cantare inni in latino alla Beata Vergine”.

Nell’Oratorio di Essen (Germania) e nei primi anni di formazione presso l’Istituto, nella Casa di Maria Ausiliatrice di Eschelbach (Germania), che fu la comunità dove Suor Antonietta iniziò la sua vita religiosa, c’era una forte atmosfera mariana. Leggiamo nelle cronache della casa del tempo in cui fece il suo Postulato, che la memoria mensile di Maria Ausiliatrice, il 24, era sempre solennizzata con qualche iniziativa particolare.

Per Suor Antonietta, la Vergine Santissima era prima di tutto Madre, tanto da chiamarla “Mamma”. Nelle lettere a Madre Laura Maraviglia, con cui ebbe una fitta corrispondenza tra il 1990 e il 2004, lei stessa, ormai ultraottantenne, usa spesso l’espressione: “La Mamma ti dice”.

Ma la devozione mariana di Suor Antonietta, oltre ad essere frutto di una relazione esperienziale e affettiva, era ben fondata dal punto di vista teologico. Gran parte della sua biblioteca personale è costituita da testi devozionali, di mariologia, documenti del Vaticano II e del Magistero pontificio. Nei suoi scritti, per lo più conferenze o buone notti, cita costantemente la Sacra Scrittura, i Documenti magisteriali, i fatti mariani della vita di Don Bosco e i suoi insegnamenti su di lei. Mantenendo un rapporto di fiducia e di vicinanza con la Madre, Suor Antonietta si scopre a poco a poco “figlia prediletta della Vergine”.

La sera del 5 agosto 1922, don Rinaldi, predicando l’Ora Santa alle FMA, aveva ricordato che “lo scopo di Don Bosco nell’istituire le Figlie di Maria Ausiliatrice era quello di erigere un monumento vivente che testimoniasse al mondo e ai secoli la loro gratitudine a Maria Santissima”. E concludeva: “Perciò le Suore di Maria Ausiliatrice cerchino di copiare in se stesse il più perfettamente possibile le virtù di Maria: la sua immacolata purezza, la sua profonda umiltà, il suo eroico spirito di sacrificio e soprattutto la sua operosa bontà”.

Suor Antonietta, formatasi in Noviziato (1926-1928) sotto la direzione spirituale del Beato Filippo Rinaldi, assimila molto bene questa idea. Dai suoi scritti emerge una convinzione, la stessa che fu di Madre Mazzarello e di tutte le FMA, fino a Madre Chiara Cazzuola: “I figli assomigliano alla loro Madre”: Maria è sempre stata il modello e l’ideale della sua vita consacrata.

In una lettera del 31 maggio 1997, indirizzata a Suor Maria Bianchi, esprime ciò che si può considerare il messaggio della festa dell’Ausiliatrice: «[…] Io, in verità, non ho fatto altro che esprimere ciò che tutte noi, come FMA, sappiamo dal momento in cui siamo state chiamate e scelte dalla Madonna per essere sue Figlie. Quello che manca è esercitarsi seriamente nell’abbandono totale, pieni di fiducia, nelle mani di Maria, come hanno fatto Don Bosco e Madre Mazzarello. […] Tu sai, cara Suor Maria, che è molto importante che tutte le Ispettorie, e per questo anche la vostra, tornino a vivere il risveglio mariano caratteristico dell’Istituto, se vogliamo che la Madonna benedica e risolva tanti problemi fisici, materiali, morali e spirituali. Diventa propagatrice della devozione alla Madonna. Le tue sorelle la preghino piene di fede e di fiducia e si abbandonino a lei senza riserve”.

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