Roma (Italia). Si svolge il 1° dicembre il terzo incontro formativo sulla Comunicazione, presso la Facoltà Pontificia di Scienze dell’Educazione “Auxilium”.

L’educazione alla cittadinanza digitale è il tema attorno a cui discuteranno il Prof. Pier Cesare Rivoltella e il Prof. Michele Marangi, entrambi docenti di Didattica e Tecnologie dell’Istruzione e dell’Apprendimento presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e membri del CREMIT, Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media, all’Informazione e alla Tecnologia.

Il loro intervento conclude il Corso interdisciplinare «Apprendere nel tempo della Rete. Percorsi per “imparare” il futuro» organizzato dalla Facoltà di Scienze dell’Educazione «Auxilium» di Roma.

L’educazione civica digitale consolida il ruolo della scuola e delle agenzie educative nella formazione di cittadini in grado di partecipare attivamente alla vita democratica, nel tempo del digitale.

Le parole chiave secondo il MIUR sono: spirito critico e responsabilità per saper massimizzare le potenzialità della tecnologia (educazione, partecipazione, creatività e socialità) e minimizzare quelli negativi (sfruttamento commerciale, violenza, comportamenti illegali, informazione manipolata e discriminatoria).

Occorre accompagnare la complessità del cambiamento, riconoscendo risorse e rischi, per appropriarsi dei media digitali, passando così da consumatori passivi a fruitori critici a produttori creativi e responsabili di nuovi contenuti e dispositivi.

All’incontro sono particolarmente invitati insegnanti di religione, pedagogisti ed educatori socio-educativi, psicologici dell’educazione, insegnanti di ogni ordine e grado, operatori nella pastorale giovanile, sacerdoti e religiosi, genitori ed educatori e chiunque abbia a cuore l’educazione dei giovani.

Nei precedenti incontri, si è ribadito come creatività, flessibilità, apertura al cambiamento, responsabilità verso l’altro da sé sono le coordinate per ripensare l’educazione nella condizione tecno-umana e nel tempo del Digital Age e di come sia importante “smontare e montare significati” per fornire alle nuove generazioni chiavi di accesso alla loro cultura.

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