Roma (Italia). Il 15 ottobre 2022 si celebra la Festa di Santa Teresa d’Avila, riconosciuta e voluta da San Giovanni Bosco Patrona dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Nel contesto del 150° dell’Istituto, festeggiarla significa richiamarne la presenza.

Nelle Costituzioni del 1885 (XVII,9) si legge: “Saranno celebrate con particolare divozione e solennità le Feste di San Giuseppe, di San Francesco di Sales e di Santa Teresa di Gesù che sono i Patroni particolari dell’istituto”. Si tratta di un’indicazione che si trova fino alle Costituzioni attuali, senza ulteriori specificazioni: “Onoreremo in modo speciale […] S. Francesco di Sales, S. Teresa di Gesù che il nostro Fondatore ha dato come Patroni all’Istituto”(Cost. 45).

Attraverso uno studio attento delle fonti, si può cogliere che la formazione spirituale di Maria Domenica Mazzarello e delle Figlie dell’Immacolata (FMI) è in grande parte “teresiana”. Si può parlare di un influsso diretto attraverso la lettura di alcune opere della Santa – es. La Vita; Cammino di Perfezione – sia indirettamente, attraverso la mediazione di Giuseppe Frassinetti, grande amico e maestro di don Domenico Pestarino. Le sue opere ascetiche, infatti, sono impregnate della dottrina della Santa.

Grazie all’azione formativa del Frassinetti, le FMI vengono a conoscere alcune parti del Cammino di perfezione richiamate nel contributo: Pater noster di S. Teresa di Gesù. Trattato della preghiera (Parma 1860), da lui stesso elaborato a partire dalla spiritualità della Santa di Avila.

Nella scelta di Santa Teresa come Patrona, Don Bosco si colloca in continuità con la tradizione spirituale delle FMI. Del resto, sono molti gli elementi comuni tra la spiritualità “teresiana” e quella di Don Bosco proposte alle Figlie di Maria Ausiliatrice: il realismo spirituale; una spiritualità unitaria in cui tutti gli aspetti della vita vengono unificati dall’amore; una preghiera semplice ed affettiva fatta di cuore e con il cuore; l’allegria come elemento caratterizzante di una spiritualità sana e giovanile; l’armonia tra vita attiva e contemplativa; l’amore filiale alla Madonna.

Se ne mettono in luce due in particolare:

L’allegria

Nelle Costituzioni del 1885, Don Bosco aggiunse nell’articolo riguardante la Maestra delle novizie una sottolineatura molto significativa:

“S. Teresa voleva le Religiose allegre, sincere ed aperte. Pertanto la Maestra delle Novizie avrà l’occhio a rendere appunto tali le sue alunne, perché le Suore di cosiffatto carattere sono le più atte ad inspirare alle giovanette e alle persone del secolo stima ed amore alla pietà e alla Religione” (Regole o Costituzioni per le Figlie di Maria SS. Ausiliatrice aggregate alla Società Salesiana, Torino 1885, Tit. IX,5).

In una sua visita alla comunità di Alassio, Don Bosco chiese alle FMA: “Siete tutte allegre?” E proseguì: “Vi raccomando santità, sanità, scienza ed allegria! Fatevi tutte Sante Terese! Ricordatevi che il demonio ha paura della gente allegra. Egli vi tenterà di scoraggiamento per il molto lavoro che avete (parlava nel laboratorio)(MB X 648).

Già nell’orario programma dato alle FMI nel 1869, Don Bosco proponeva alcune pratiche di vita, qualche semplice suggerimento pedagogico e alcuni elementi fondamentali della spiritualità salesiana che andavano modellando il piccolo gruppo, in linea con quanto già si realizzava nella Casa dell’Immacolata. Tra gli elementi proposti troviamo ciò che riguarda la formazione del carattere: «Lavoro costante sulla propria natura per formarsi un buon carattere, paziente, lieto, tale da rendere amabile la virtù e più facile il vivere insieme» (Cronistoria I, 225).

L’allegria è qui vista in chiave pedagogica. Infatti la gioia, che è prima di tutto frutto dello Spirito, è contagiosa; chi è allegro trasmette pace, luce, serenità perché l’allegria proviene dalla coscienza tranquilla. Un cuore gioioso è il normale risultato di un cuore che arde d’amore di Dio, di un cuore povero, libero da ogni possesso e interamente abitato da Dio, che attende soltanto da Lui ogni bene. In tal senso la gioia è trascendente.

Santa Teresa dà grande importanza alla ricreazione, momento nel quale le suore si incontrano per condividere, parlare, stare allegramente insieme, per manifestare l’Amore da cui sono abitate. Un aspetto pedagogico ricco di significato.

L’allegria, inoltre, è un elemento che evidenzia ciò che Dio sta operando nel cuore delle creature. Provare gioia è un’”operazione mistica”. Essa può provenire soltanto da Dio, da un motivo che non è soltanto terreno, ma è frutto dello Spirito. In questo senso la gioia è un criterio di una sana vita spirituale.

La Madonna, la vera Superiora della comunità

Il giorno stesso della professione religiosa delle prime undici FMA, Don Bosco confermava Maria Domenica Mazzarello nel ruolo di Superiora e assicurava: «Per ora ella avrà il titolo di vicaria, perché la vera Superiora è la Madonna» (Cronistoria I, 308). Sembra che la decisa affermazione di Don Bosco sul ruolo particolare della Direttrice della casa riconosciuto a Maria Santissima sia da collegarsi a una tradizione teresiana conosciuta nell’ambiente salesiano e probabilmente anche a Mornese. Dovendo, infatti, Santa Teresa assumere il difficile incarico di priora del monastero dell’Incarnazione, mise al suo posto nel coro l’immagine di Maria. Il fatto viene narrato da Giovanni Bonetti nella biografia pubblicata nel 1882, in occasione del terzo centenario della morte di Teresa di Gesù, e proposto alle FMA della Casa di Chieri a lei intitolata:

«Un’altra industria usò Santa Teresa per finire di guadagnare il cuore di tutte, e per tutte menare a Dio. […] alcuni giorni dopo il suo arrivo all’Incarnazione intimò il Capitolo, ossia l’adunanza delle suore; ma in coro, sopra la sedia della Priora ella pose la statua della Madonna colle chiavi del monastero in mano […]. La Santa, preso uno sgabello e sedutasi presso l’immagine di Maria, disse così: “L’uffizio di Priora o sorelle mie, è tanto lontano dai miei pensieri, quanto io sono lontana da meritarlo. […] Appunto per questa mia debolezza io non voglio essere Priora del Monastero, fuorché di nome. La vera Priora sarà la Madonna che vi sta dinanzi”» (Giovanni BONETTI, La rosa del Carmelo ossia S. Teresa di Gesù: cenni intorno alla sua vita, Torino, SEI 1909, 238-239).

L’ispirazione teresiana, si vede confermata in un altro gesto molto significativo di Maria Domenica Mazzarello: quello di lasciare ogni sera le chiavi della casa ai piedi della statua di Maria Ausiliatrice (Cronistoria II 132).

Suor Elena Massimi, FMA, Presidente dell’Associazione italiana dei Professori e Cultori di Liturgia, propone i seguenti testi liturgici per la Festa di Santa Teresa d’Avila:

Liturgia delle ore

Liturgia Eucaristica

2 COMMENTI

  1. Muchas gracias por la liturgia salesiana en honor de Santa Teresa de Jesús, nuestra Patrona. Desde hace años lo deseaba. Al fin llegó el día. Feliz fiesta.

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