Roma (Italia). Il 20 novembre, data in cui si celebra in tutto il mondo la Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, ricorre il 30° anniversario dell’approvazione della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, nel 1989.

A 30 anni dalla sua approvazione, la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, nata per riconoscere ai bambini e alle bambine di tutto il mondo i diritti civili, sociali, politici, culturali ed economici, rimane un documento di riferimento su tematiche di grande attualità in materia di diritti umani. Oggi sono 196 gli Stati impegnati nel rispetto dei diritti in essa riconosciuti.

La Convenzione, che nell’introduzione richiama la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e la necessità di far crescere il minore in un ambiente sano e sereno, è composta da 54 articoli e da tre protocolli opzionali e segue quattro principi fondamentali per offrire garanzie minime a tutela dell’Infanzia in grado di fornire un orientamento ai governi per l’attuazione.

I principi sono: la non discriminazione, cioè l’uguaglianza di opportunità per tutti/e i minori i minori, senza distinzione di razza, sesso, lingua, religione; l’interesse superiore del bambino/a che deve avere la priorità in ogni legge, provvedimento, iniziativa pubblica o privata; il diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo, inteso non solo a livello fisico, ma anche mentale, emotivo, cognitivo, sociale e culturale; l’ascolto delle opinioni del minore e il corrispondente dovere, per gli adulti, di tenerle in adeguata considerazione.

Il documento è un testo giuridico per il diritto internazionale in base al quale vengono creati diritti e doveri per le nazioni che vi aderiscono, che sono tenute a presentare un rapporto periodico a un Comitato ONU sulla sua applicazione nel proprio Paese.

A febbraio 2019, il Comitato ONU sui Diritti per l’Infanzia ha pubblicato una relazione in cui sono evidenziati i miglioramenti compiuti in termini di tutela dei Diritti dell’Infanzia, insieme ad alcune problematiche riguardanti le spose bambine e le gravidanze precoci, i bambini soldato, lo sfruttamento del lavoro minorile, la malnutrizione e altre condizioni igienico-sanitarie proibitive.

Con la Convenzione viene riconosciuto il diritto fondamentale all’educazione, che deve essere gratuita ed obbligatoria, anche se in tanti paesi è ancora negata. La tutela dei i diritti dei bambini, rappresenta anche uno dei passi fondamentali per la realizzazione dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e tra questi diritti c’è anche il sognare un futuro felice per sé e per la propria famiglia.

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