Roma (Italia). Il 6 maggio 2022 si celebra la memoria liturgica di San Domenico Savio, “vero capolavoro dello Spirito e frutto del metodo educativo di san Giovanni Bosco”. Don Bosco scrisse le biografie dei giovani esemplari dell’Oratorio di Valdocco – Domenico Savio, Francesco Besucco e Michele Magone – proprio con lo scopo di diffonderne le virtù e far sì che fossero imitate, in primis dai loro compagni dell’Oratorio, in seguito dai giovani di tutto il mondo e di tutte le generazioni.

Nella “Vita del giovanetto Savio Domenico”, Don Bosco scrive: “È proprio dell’età giovanile cambiare sovente proposito intorno a quello che si vuole. Del nostro Domenico non fu così. Tutte le virtù crebbero in lui meravigliosamente e crebbero insieme senza che una oscurasse l’altra. (…) La prima cosa che gli venne consigliata per farsi santo fu di adoperarsi per guadagnare anime a Dio. Questo pensiero divenne il continuo respiro della sua vita” (Opere edite, XI, Roma 1976, 187ss passim).

L’8 dicembre del 1854, mentre Papa Pio IX proclamava il dogma dell’Immacolata Concezione, Domenico si consacrò a Maria leggendo alcune righe che aveva scritto su un foglietto: “Maria, vi dono il mio cuore. Fate che sia sempre vostro. Gesù e Maria, siate voi sempre gli amici miei, ma per pietà fatemi morire prima che mi accada la disgrazia di commettere un solo peccato”.

Nell’omelia della sua Canonizzazione, il 12 giugno 1954, Papa Pio XII di lui ha detto: “Alla scuola del suo Maestro spirituale, il grande Santo Don Bosco, egli apprese come la gioia di servire Dio e di farlo amare dagli altri può divenire un potente mezzo di apostolato. (…) Egli incitava i suoi compagni alla pietà, alla buona condotta, alla frequenza dei Sacramenti, alla recita del Santo Rosario, alla fuga del male e delle tentazioni”. 

Le virtù esemplari di Domenico, diffuse dai primi Salesiani di Don Bosco e dalle Figlie di Maria Ausiliatrice fino ai luoghi di missione e fatti conoscere attraverso la biografia scritta da Don Bosco e il Bollettino Salesiano, furono dunque imitate da tanti adolescenti, tra cui la Beata Laura Vicuña.

La Segreteria Generale dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice offre alcuni spunti tratti dalla Positio super virtutibus di Laura Vicuña che dimostrano la rilevanza dell’influsso di Domenico Savio su di lei:

– Rimase nel Collegio delle Suore fino alla morte, e cioè nello spazio di quattro anni. Poco tempo dopo il suo ingresso in Collegio si confessò, e un anno dopo fece la sua Prima Comunione, il 30 maggio 1901, formulando propositi del tipo di quelli che aveva letti nella vita di San Domenico Savio, ed in particolare i seguenti: 1. In tutti i giorni della vita non amare altro che Dio. 2. Preferire la morte piuttosto che offenderlo con peccato mortale: 3° (fare in modo) che Dio fosse conosciuto e amato da tutti. Si accostò (poi) frequentemente ai Santi Sacramenti, e finì col praticare la Comunione quotidiana.

– La Signorina Francesca Mendoza riferì che, il giorno della Prima Comunione le parve di vedere tre stelle sulla testa di Laurita.

– La sorella Giulia Amanda afferma di non aver notato nella sorella né mancanze gravi, né mancanze lievi deliberate, e ricorda invece che era pia. Che amava molto Dio e la Vergine e che faceva sacrifici per coloro che non amavano Dio e la Vergine.

– Suor Clementina Boneschi sentì dire che quando fece la prima Comunione emise il proposito di voler piuttosto la morte che commettere un peccato e arguisce che grande e veramente ardente doveva essere l’amore che Laurita nutriva verso il Signore.

– Mantenne il suo proposito di morire piuttosto che macchiarsi col peccato. Lo dimostrò in sovrabbondanza quando si trovò rinchiusa da sola con il Signor Manuel Mora. Oppure quando rifiutò di partecipare al ballo notturno, sempre in casa di Mora, preferendo di passare la notte al sereno, nonostante le suppliche e i pianti della madre, che tentò di persuaderla a contentare quello stravagante individuo, che indubbiamente si sarebbe vendicato sulla madre della resistenza della figlia.

-Padre Crestanello, Padre Ghenghini e Padre Berardi l’ammiravano per il suo straordinario impegno di imitare gli esempi di Domenico Savio e le virtù dei Santi le cui biografie leggeva con avidità.

Il bollettino Salesiano del 1982 tratteggia la figura di Laura e ne mette in evidenza il suo messaggio: “Purezza, sacrificio, amore filiale… con accento al sacrificio”. Rifacendosi a San Domenico Savio e a Zefferino Namuncurà scrive: “L’immolazione è stata comune a tutt’e tre questi adolescenti sbocciati nel giardino di Don Bosco. La preadolescente Laura però resta la più giovane dei tre”.

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