Roma (Italia). Il 26 giugno 2022, presso il parco della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione «Auxilium» di Roma – ribattezzato per l’occasione “Cattedrale Laudato Si’” – si è svolta una Giornata di Festa, organizzata dalla Visitatoria Maria Madre della Chiesa (RMC), aperta ai bambini/e e ai ragazzi/e, alle famiglie, agli amici/amiche, ai parroci e alle religiose delle Parrocchie, ai collaboratori e collaboratrici del quartiere, del Circolo Laudato Si’ nelle Selve, dell’Associazione Amico Albero, ai rappresentanti del Distretto XIII e XIV e a quanti hanno voluto esserci, per celebrare il 150° della fondazione dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, facendo memoria e stando insieme.

Alla Festa, che ha voluto essere “un grazie lungo un giorno” per tutte le FMA che in 150 anni di storia hanno educato uomini e donne per l’oggi e per il domani, erano presenti anche tutte le sorelle delle Comunità che compongono le quattro Comunità a Roma della Visitatoria: Casa Madre Angela Vespa, Casa Madre Ersilia Canta, Casa Madre Mazzarello e Casa Suor Teresa Valsé Pantellini.

Due studentesse della Facoltà di Scienze dell’Educazione «Auxilium» hanno presentato e animato i diversi momenti del ricco programma della giornata. Nel “salotto green”, hanno intervistato suor María del Carmen Canales, Superiora della Visitatoria, suor Piera Ruffinatto Preside della Facoltà e suor Grazia Loparco, Vicepreside, circa il senso della storia e del fare memoria, dell’essere Figlie di Maria Ausiliatrice e della vocazione a essere educatrici.

Dalla memoria raccontata al memoriale dell’Eucarestia il passo è stato breve. “Come dire ‘grazie’ per 150 anni di educazione?», si è chiesto don Francesco Motto, Salesiano di Don Bosco del Centro Studi Don Bosco dell’Università Pontificia Salesiana (UPS), che ha presieduto la Celebrazione Eucaristica.

La liturgia della XIII Domenica del Tempo ordinario, offre un’immagine e un pensiero: “L’immagine è un trittico: Gesù al centro e ai lati Don Bosco e Madre Mazzarello”. Un ragazzino contadino, povero e di un paese sperduto a pochi chilometri da Torino e una giovanissima contadina, altrettanto povera e per di più di salute fragilissima, anche lei di un borgo nascosto tra le colline del Monferrato, si sono fidati di Dio.

“Per questo – ha continuato don Francesco – i loro desideri di fare del bene ai giovani sono ora paesi, case, sacerdoti e suore, giovani a milioni, che in ogni parte del mondo sono educati ed educano”. Fidarsi di Dio: è il messaggio che attraversa di generazione in generazione la storia e gli anni di vita dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice “e che arriva a ciascuno di noi, a orientare il nostro progetto di vita, la vocazione e il nostro posto nel mondo”.

Il grazie si fa poi convivialità condivisa nell’agape fraterna, nella gioia dell’incontro, nel gioco dei bambini e dei ragazzi, nel canto e nelle danze delle varie culture delle FMA studenti, nella scoperta delle bellezze naturali che il parco – un polmone verde per il territorio in cui la Facoltà è inserita – fino alla rappresentazione teatrale ad opera degli studenti e studentesse del gruppo UNI-TEATRO che, guidati da Daniele Wlderk e Angelo Pasquini, Exallievi della Facoltà, portano in scena: «La commedia degli errori» di William Shakespeare.

È un’opera giovanile, scritta tra il 1593 e il 1594, che racconta la storia di due coppie di gemelli identici separati dalla nascita. Una storia di equivoci e malintesi, di finzioni e fraintendimenti che trasformano l’Aula Magna in un teatro aperto, in cui il pubblico viene coinvolto nelle scene e reso partecipe del procedere della storia. L’impegno dei giovani attori e delle giovani attrici, frutto di serate di prove e di laboratorio di teatro educativo ancora in tempo di restrizioni per la pandemia di Covid-19, viene premiato da un lungo applauso.

È un lungo applauso che – come suggeriscono le parole di saluto pronunciate al termine da suor Piera Ruffinatto all’inizio e da suor María del Carmen – raggiunge chi è presente, chi è già passato e chi arriverà domani, perché l’amore per i giovani non solo studiato, ma vissuto e donato, diventa vita in ciascuno/a, si fa casa che accoglie, cortile che educa ed evangelizza. Oggi come ieri.

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