Roma (Italia). Il 18 aprile 2022, Lunedì dell’Angelo, oltre 80.000 ragazzi/e dai 12 ai 17 anni provenienti da Diocesi, Parrocchie, Movimenti e Associazioni cattoliche di tutta Italia, si sono ritrovati a Roma in Piazza San Pietro, aderendo alla proposta del Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile della Conferenza Episcopale Italiana di un pellegrinaggio sui luoghi della cristianità, il cui culmine era l’incontro con il successore di Pietro.

Un’adesione straordinaria degli adolescenti, che hanno riempito ogni angolo della Piazza e del circondario – contraddistinti dal logo #Seguimi, sul tema della ricerca e della sequela – ha confermato il forte desiderio di incontrarsi dopo due anni di pandemia, testimoniando la vivacità della “Chiesa giovane”.

Il ritrovo è in Piazza S. Pietro, con l’accoglienza ritmata dall’alternarsi di cantanti e Youtuber amati dai giovanissimi, che cantano e riprendono con i cellulari questi momenti memorabili, e dalle testimonianze di coetanei che hanno vissuto momenti di buio e difficoltà, ritrovando un raggio di luce e di speranza. Poi la tanto attesa Veglia con Papa Francesco, che nel suo discorso esordisce dicendo: “Grazie di essere qui! Questa piazza attendeva da tempo di riempirsi della vostra presenza, dei vostri volti, e del vostro entusiasmo”.

I giovani erano accompagnati, oltre che dai Vescovi delle Diocesi italiane, da seminaristi, sacerdoti, consacrati/e, educatori, docenti, animatori, catechisti, responsabili e collaboratori degli oratori, che seguono nella realtà quotidiana il cammino di crescita spirituale dei/delle ragazzi/e. Tra le partecipanti a questa festa di colori e di entusiasmo, diverse Figlie di Maria Ausiliatrice hanno raccolto alcune testimonianze degli/delle adolescenti che accompagnavano, oltre alla loro e a quella degli educatori:

Siete 80.000, ma Dio chiama per nome ognuno di voi”, ha detto il Papa. Grazie a questo incontro sono riuscita a ritrovare la mia fede persa in questi anni chiusa in casa. È stato un incontro indimenticabile e sicuramente le sue parole mi rimarranno impresse per aiutarmi nel mio percorso di vita futura. (Alessia)

“Voi non avete l’esperienza dei grandi ma avete qualcosa che i grandi alle volte hanno perduto, voi avete il fiuto della verità”. È il monito più forte che potesse giungere alle 160 mila orecchie e agli 80 mila cuori radunati in Piazza San Pietro. Siamo stati illuminati dalle parole del Vangelo e di quattro giovani ragazzi che ci hanno dimostrato di aver saputo trasformare granelli di sabbia in perle preziose. Torniamo come testimoni di una fede forte e resiliente. (Riccardo – Educatore)

È stata una giornata piena di emozioni: che cosa ci poteva essere di più bello di vedere in piazza S. Pietro, dopo due anni di digiuno, come ci ha ricordato il Papa, 80 mila ragazzi affamati di Gesù, affamati di esperienze da intraprendere alla scoperta della propria fede, dei passi di Pietro e Paolo? (Mattia)

Ho conosciuto ragazzi di molte parti d’Italia mentre aspettavamo l’arrivo del Papa. Era bello perché cantavamo, facevamo cori e sembrava una grande festa. (Alessandro)

Un incontro atteso, voluto, preparato con gioia, in un’età in cui si prendono le prime decisioni davvero importanti, come quella della scuola superiore; un’età in cui occorre affrontare ogni sfida con “il fiuto di Giovanni e il coraggio di Pietro”, per ri-conoscere Gesù e avere il coraggio di seguirlo. L’atmosfera di gioia e di festa del pomeriggio è diventata densa di preghiera e riflessione con l’inizio della veglia. L’emozione e la gratitudine verso il Papa si sono unite alla riconoscenza per quei ragazzi che hanno raccontato le loro fatiche e le loro rinascite: ciascuno si è riconosciuto in una o più esperienze, sentendosi compreso, accolto e rassicurato. (suor Gisella)

L’incontro con il Papa è stato la rappresentazione della resurrezione. Nella mia giovane vita non ho mai visto niente di così grande. Una piazza intera, nel luogo della pietra su cui la Chiesa è stata fondata, 80.000 ragazzi hanno cantato l’Alleluia, in festa, insieme al Papa. Se la Chiesa vivrà, sarà anche (e soprattutto) grazie a questi ragazzi, ai ragazzi di oggi, uomini del domani. (Jacopo)

Come educatrice ho accompagnato i ragazzi che nei due anni passati non hanno potuto fare quest’esperienza a causa della situazione sanitaria e fin da quando siamo partiti ho visto nei loro occhi il desiderio di vivere tutto al 100%. Vedere tutti questi adolescenti arrivare da diverse parti d’Italia per condividere anche solo un breve momento, mi ha riempito il cuore e mi ha dato la forza per pregare per coloro che hanno scelto di esserci e vivere intensamente ogni attimo. (Matilde – Educatrice)

In una realtà che ci divide sempre di più e ci toglie un po’ la voglia e la capacità di pregare, questa esperienza di tre giorni è stata come acqua rinfrescante. (Luca – Educatore)

È stata una bellissima esperienza, che ha cambiato tutti quanti, almeno un pochino. Vedere tutti quei ragazzi riuniti in una Piazza per lo stesso obiettivo che, nonostante il rumore e la distanza dal Papa, provavano ad ascoltare le sue parole, è stato molto bello. (Venousa, Andrea, Filippo)

Alla fine di esperienze come queste, mi viene sempre da pensare al contadino, quando, ansimante per il duro lavoro, si ferma a guardare il campo alla fine della semina. Apparentemente non è cambiato nulla, eppure quella terra custodisce tutta la ricchezza di un potenziale. Ecco, allo stesso modo guardo i ragazzi: apparentemente sempre “i soliti”, con la loro instancabile euforia, oppure con le loro “inguaribili” tristezze. Eppure quel seme c’è. Eppure a tornare non sono gli stessi che sono partiti. Quello che più li ha lasciati senza fiato è che non sono soli! Non è vero che gli adolescenti che provano ad essere cristiani sono pochi! Ancora una volta, ringrazio questi giovani, i miei maestri, e spero di poter “rubare” loro il segreto di quell’entusiasmo che rende più leggeri i nostri pesi, perché la realtà è in grado di superare di gran lunga i nostri sogni. (suor Chiara)

Sono stati tre giorni molto intensi e molto carichi di emozioni che mi hanno fatto scoprire una nuova parte di me, anche grazie agli educatori che ci hanno accompagnato. La messa nella cappella delle catacombe è stata l’esperienza più bella di questi tre giorni; celebrare nello stesso posto dove celebravano i primi cristiani è una sensazione inspiegabile. Durante questo pellegrinaggio mi sono accorto di essere più felice perché ho trovato una persona che c’è sempre quando ho bisogno. (Giorgio)

Quando sono entrato in San Pietro, il mio cuore si è riempito di gioia, poiché vedere molti coetanei che hanno sogni, desideri e voglia di dire quell’Amen della loro vita è un tesoro che si moltiplica al vederlo e che non può non propagarsi al mondo. Dunque la presenza di molti è stato un momento di grande gioia, ma ora tutti devono fare la loro parte, allora sì che mi sentirò “risorto” pienamente. (Giacomo)

L’incontro con Papa Francesco è stato bello perché abbiamo visto nei suoi occhi la gioia di accogliere molti ragazzi dopo due anni in cui Piazza San Pietro è rimasta vuota. (Noemi)

Dopo anni di eventi cancellati o ridotti, siamo tornati a ritrovarci ed è bello ritrovare il clima di festa e di allegria, ma anche lasciarsi stupire dal silenzio che cala sulla piazza quando tutti ascoltano. Si sentiva che i ragazzi avevano voglia di stare insieme, ma anche di ascoltare una parola rivolta a loro. (suor Mafalda)

Tanti giovani e con loro infaticabili accompagnatori che per primi si sono fidati dei loro ragazzi affrontando i rischi di un lungo viaggio e dell’intemperanza dell’età giovanile, per dar loro finalmente la possibilità di vivere in pieno una festa che è stata davvero una chiamata. Una veglia a misura di ragazzi, con la musica del cantante che va per la maggiore, giovani che hanno raccontato le esperienze di vita con parole semplici esortando a non sentirsi soli, a non avere paura di affrontare la difficoltà di trovare il proprio posto nel mondo; l’ovazione per il passaggio del Papa tra la folla e poi il silenzio durante le sue parole e le emozionanti testimonianze dei ragazzi sul palco.. canti, preghiere, risate, emozioni forti che rimarranno nel tempo e che credo i nostri ragazzi e noi non dimenticheremo. Uno spartiacque tra il prima e un dopo tanto desiderato che apre nuovi scenari di partecipazione giovanile alla vita della Chiesa, perché i giovani come dice Papa Francesco, hanno di sicuro il “fiuto di trovare il Signore, il fiuto della verità!”. Ci siamo sentiti confortati, incoraggiati, apprezzati per quel che siamo, e guardandoci intorno abbiamo compreso che quell’oceano pacifico di persone si muove all’unisono solo quando c’è una spinta grande dall’alto! (Angela – Educatrice)

“Non abbiate paura della vita, la vita è bella, per darla agli altri, per condividerla con gli altri!”. Torno a casa, custodendo queste parole preziose di Papa Francesco per diffondere tra i miei coetanei un forte messaggio di speranza e di gioia. (Maria)

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