Boretto (Italia).  L’8 ottobre 2023, nell’ambito dei festeggiamenti per il 1° anniversario della Canonizzazione del Santo Coadiutore salesiano Artemide Zatti, a Boretto, paese natale del Santo in provincia di Reggio Emilia, il neo-Cardinale Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco, ha ricevuto la cittadinanza onoraria.

Il 9 ottobre 2022 Papa Francesco a Roma in Piazza San Pietro diceva: “Il fratello salesiano Artemide Zatti, con la sua bicicletta, è stato un esempio vivente di gratitudine: guarito dalla tubercolosi, dedicò tutta la vita a gratificare gli altri, a curare gli infermi con amore e tenerezza”.

A un anno di distanza dal grande evento, il Comune di Boretto e l’Unità pastorale di Boretto, Brescello e Gualtieri, con la gioiosa regia del parroco don Giancarlo Minotta, hanno organizzato, il 7 e 8 ottobre, una due giorni di eventi ed iniziative che ha riunito tutta la cittadinanza, con i Sindaci di Boretto, Matteo Benassi, e di Brescello, Carlo Fiumicino, richiamando la presenza di diversi membri dei Gruppi della Famiglia Salesiana, a partire dal Superiore dell’Ispettoria dell’Italia Lombardo Emiliana (ILE), don Roberto Dal Molin, con tutti i Direttori dell’Ispettoria, e le Ispettrici dell’Ispettoria Madonna del Cenacolo (ILS), suor Elide Degiovanni, e Sacra Famiglia (ILO), suor Stefania Saccuman.

Tra le iniziative, un libro realizzato con il contributo dei bambini delle scuole primarie di Boretto e Brescello, “Artemide giocava a campana”, il sito web artemidezatti.it, la mostra permanente allestita nella basilica di San Marco, il colloquio con il Cardinale Artime e l’Eucarestia festiva da lui presieduta, e ancora la camminata “Color Zatti”, catechesi itinerante nei luoghi dove Artemide è nato nel 1880, è diventato cristiano e ha vissuto l’esperienza della miseria che lo vide precoce bracciante e successivamente indusse la famiglia a emigrare a Bahía Blanca, nella provincia di Buenos Aires.

Nel presentare i diciassette pannelli della mostra “Artemide Zatti. Il paradiso per una bicicletta” il curatore don Erino Leoni, SDB, Vicario dell’Ispettoria ILE, ha usato tutte le parti della bicicletta – dalla catena di trasmissione al manubrio, dal freno alla dinamo, fino alle ruote – per una spiegazione appassionata, tra teologia e vita spirituale, che ha catturato l’attenzione della comunità radunata in basilica.

All’incontro di presentazione è intervenuto anche il Postulatore generale della Congregazione salesiana, don Pierluigi Cameroni, biografo di Zatti, che della santità di Artemide ha messo in luce due aspetti su tutti: la sua attenzione integrale alla persona e il suo essere un grande uomo di comunione. Con il coordinamento di Daniela Artoni, la mostra è stata immediatamente collaudata, con successo, subito dopo la conclusione del primo incontro del sabato pomeriggio. Ogni pannello è una pro-vocazione: i quadri non seguono una struttura documentaria, bensì le tre azioni del motto più famoso che San Zatti ha consegnato vivendolo sulla sua pelle: “Credetti, promisi, guarii”.

Terminate le viste guidate, in basilica ha avuto luogo un secondo momento di ascolto, edificante e informale, con il Cardinale Artime, che si è messo in dialogo con la comunità pastorale. Rispondendo alle domande di alcuni laici, il Cardinale ha affrontato una varietà di argomenti della vita concreta: l’insegnamento scolastico, l’oratorio che cambia, la malattia oncologica, il volontariato, il rapporto con i figli, con i colleghi di lavoro, con le nuove tecnologie. Tra i consigli di Don Ángel: “Continuiamo a praticare il ‘faccia a faccia’, la presenza sorridente, la cultura della tenerezza e dell’amorevolezza”.

Nell’accogliere le autorità e i fedeli nella basilica San Marco di Boretto, arrivati in corteo dall’oratorio, accompagnati dal Complesso bandistico G. e F. Medesani, per la Celebrazione Eucaristica, presieduta dal Cardinale, il parroco, don Giancarlo, ha descritto San Artemide come “un santo nostro, perché nato e cresciuto qui. Un santo vostro, perché nella realtà salesiana ha riconosciuto lo stato di vita al quale Dio lo chiamava. Un santo che non è in modo esclusivo di nessuno, ma appartiene a tutti perché ha scelto di appartenere solo a Dio tramite la Chiesa. Un santo, dunque: non un uomo perfetto, non un uomo impeccabile, ma un uomo consapevole di essere salvato e amato”.

Nell’omelia il Cardinal Artime ha ricordato il motivo “semplice e profondo” delle celebrazioni del Santo: “non si tratta di mettere un po’ di incenso. Quello che è chiaro è che uno di noi, in carne ed ossa, è stato una persona straordinaria, nel vivere la fede, nel seguire Gesù, nel praticare la carità della vita in modo speciale. E per questo la Chiesa riconosce che il suo è un cammino di santità. Dio ci dice: ‘lui ha fatto un bel cammino di umanità e santità. Anche voi fate lo stesso’”. Raccontando la sua esperienza “privilegiata” di Superiore dell’Ispettoria dell’Argentina Sud dal 2009 al 2014, con la possibilità di conoscere bene la realtà di Viedma e la figura di Zatti, ha detto: “Lui fa una cosa semplice: essere sempre in mezzo alla gente, in mezzo ai più poveri e agli ammalati dell’ospedale. (…) Un uomo profondamente comunitario, che ha conquistato il cuore della gente, che con la sua bicicletta andava a visitare le famiglie. Celebriamo la santità di un uomo semplice”. Concludendo ha così incoraggiato i concittadini di Artemide: “Qui ho trovato tanta simpatia, tanta semplicità, tanto senso del trovarsi bene insieme. Non perdete questo”.

Al termine della Celebrazione, ha avuto luogo  l’atto centrale del fine-settimana, motivato così dal Sindaco di Boretto, Matteo Benassi:

“Il conferimento della cittadinanza onoraria al Cardinale don Ángel Fernández Artime vuole essere un riconoscimento al Rettore maggiore dei Salesiani in continuità coi suoi predecessori, sempre vicini alla nostra comunità, a partire dal compianto don Juan Vecchi, anche lui di origini borettesi. Ma vuole essere altrettanto un segno di partecipazione e amicizia verso tutto il mondo Salesiano: la cittadinanza al Rettore a significare che ogni Salesiano che viene a Boretto sarà considerato un cittadino, un amico e un fratello della nostra comunità”. E ancora: “perché ha senso che un’amministrazione comunale celebri un santo? Perché non separare nettamente gli ambiti, lasciando alla Chiesa il compito di festeggiare i suoi santi? Perché abbiamo bisogno, anche come cittadini giovani o adulti, di incontrare persone che ci mostrino che è possibile vivere in modo significativo, che è possibile lavorare unendo competenza e passione, che è possibile accogliere l’altro e rispettarlo, che è possibile emigrare e inserirsi nel nuovo contesto, che è possibile affrontare la malattia, che è possibile cullare dei sogni, vederli svanire e ripartire, che curare è più importante che guarire, che il sorriso è una medicina e che le ferite dell’anima fanno più male di quelle del corpo. E Zatti era questo”.

Fonte e foto: SDB Ispettoria Lombardo Emiliana

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