Roma (Italia). Il Messaggio del Santo Padre ai giovani in preparazione alla XXXIII Giornata Mondiale della Gioventù 2018, che si celebra la Domenica delle Palme, 25 marzo 2018. È il secondo Messaggio che Papa Francesco rivolge ai giovani durante il cammino di preparazione alla GMG di Panama, che si svolgerà dal 22 al 27 gennaio 2019. Il Santo Padre ha voluto che i giovani fossero accompagnati dalla Vergine Maria in questo pellegrinaggio spirituale. Seguire il percorso della Vergine Maria, dalla paura al discernimento; dalla scoperta dell’essere “preziosi” agli occhi di Dio, al coraggio di dire “sì” e compiere il dono di sé verso la Chiesa e il mondo in un “amore pieno di audacia”, da “coraggiosi”.

Se, infatti, il Messaggio dell’anno scorso era incentrato sulle parole del Magnificat: «Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente» (Lc 1,49), nel prossimo anno si rifletterà sulla risposta di Maria all’angelo: «Ecco la serva del Signore; avvenga per me secondo la tua parola» (Lc 1,38).

Questa “trilogia mariana” è espressione del desiderio di Papa Francesco di offrire ai giovani di tutto il mondo una visione teologale della propria esistenza. Francesco ricorda loro come “abbiamo scelto di farci accompagnare in questo itinerario dall’esempio e dall’intercessione di Maria, la giovane di Nazareth che Dio ha scelto quale Madre del suo Figlio. Lei cammina con noi verso il Sinodo e verso la GMG di Panama”: «Mi sta a cuore infatti che voi giovani possiate camminare non solo facendo memoria del passato, ma avendo anche coraggio nel presente e speranza per il futuro» (Messaggio GMG 2017).

Nei quattro paragrafi del testo il Santo Padre riflette su ogni singola parola del versetto di Luca scelto come tema di quest’anno, ricordando ai giovani che “il Signore, la Chiesa, il mondo, aspettano anche la vostra risposta alla chiamata unica che ognuno ha in questa vita”.

Non temere!

C’è anzitutto il “turbamento” di Maria all’annuncio dell’angelo, che il Papa paragona al “brivido che proviamo di fronte alle decisioni sul nostro futuro, sul nostro stato di vita, sulla nostra vocazione”. E dopo aver domandato “voi giovani, quali paure avete?”, egli ne descrive alcune: la paura “di non essere amati, benvoluti, di non essere accettati per quello che siete”, il timore “di non riuscire a trovare una sicurezza affettiva e rimanere soli”; la “precarietà del lavoro”; il “non veder realizzati i propri sogni”. Francesco suggerisce di “dare un nome alle vostre paure”: “Non abbiate timore di guardare con onestà alle vostre paure, riconoscerle per quello che sono e fare i conti con esse”. Grazie alla fede, credere “alla bontà fondamentale dell’esistenza che Dio ci ha donato”, confidando “che Lui conduce ad un fine buono anche attraverso circostanze e vicissitudini spesso per noi misteriose”.

Non facendosi bloccare dalla paura, ci si apre al “discernimento” soprattutto per comprendere la propria vocazione personale. “È necessario allora il silenzio della preghiera per ascoltare la voce di Dio che risuona nella coscienza”, ma anche il “dialogo con gli altri”, siano essi sacerdoti o persone mature che “come fratelli e sorelle maggiori nella fede possono accompagnarvi”.

Maria!

Il primo motivo per non temere è proprio il fatto che Dio ci chiama per nome. L’angelo, ha chiamato Maria per nome… Cari giovani, l’essere chiamati per nome è un segno della nostra grande dignità agli occhi di Dio, della sua predilezione per noi. Voi siete il “tu” di Dio, preziosi ai suoi occhi, degni di stima e amati (cfr Isaia 43,4). Accogliete con gioia questo dialogo che Dio vi propone, questo appello che Egli rivolge a voi chiamandovi per nome”.

Hai trovato grazia presso Dio

“Il motivo principale per cui Maria non teme è perché? ha trovato grazia presso Dio”. Questo “amore gratuito, non dovuto”, dà coraggio al discepolo. Anche se rimane sempre presente un “sentimento di inadeguatezza”, “egli sa di essere assistito dalla grazia di Dio”.

“L’aver ‘trovato grazia ai suoi occhi’ – spiega il Papa – significa che il Creatore scorge una bellezza unica nel nostro essere e ha un disegno magnifico per la nostra esistenza. Questa consapevolezza non risolve certamente tutti i problemi o non toglie le incertezze della vita, ma ha la forza di trasformarla nel profondo. L’ignoto che il domani ci riserva non è una minaccia oscura a cui bisogna sopravvivere, ma un tempo favorevole che ci è dato per vivere l’unicità della nostra vocazione personale e condividerla con i nostri fratelli e sorelle nella Chiesa e nel mondo”.

Coraggio nel presente

“Dalla certezza che la grazia di Dio è con noi proviene la forza di avere coraggio nel presente: coraggio per portare avanti quello che Dio ci chiede qui e ora, in ogni ambito della nostra vita; coraggio per abbracciare la vocazione che Dio ci mostra; coraggio per vivere la nostra fede senza nasconderla o diminuirla”.

La GMG è per i coraggiosi, – è la chiusura del Messaggio – non per giovani che cercano solo la comodità e che si tirano indietro davanti alle difficoltà. Accettate la sfida?”

Questo cammino si collega con il percorso Sinodale, che il Successore di Pietro ha voluto fosse vissuto in grande sintonia con la preparazione alla GMG. Anche il prossimo Sinodo dei Vescovi (ottobre 2018) su I giovani, la fede e il discernimento vocazionale invita, infatti, a riflettere sulla realtà in cui vivono le nuove generazioni, sulla loro vita di fede e sul modo in cui maturano le scelte fondamentali, che forgeranno il loro futuro e quello dell’umanità.

LEGGI IL MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO PER LA XXXIII GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ

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