Harambèe
Harambèe

Torino (Italia). Dal 28 al 30 settembre scorsi si è rinnovato a Torino “l’incontro festoso” dell’Harambèe, che raduna ogni anno centinaia di giovani che condividono l’amore salesiano per i giovani emarginati dei Paesi poveri, insieme ai ragazzi che hanno già fatto esperienza di volontariato missionario.

“Buon viaggio hermano querido e buon cammino ovunque tu vada forse un giorno potremo incontrarci di nuovo lungo la strada” recita una nota canzone del gruppo folk “Modena City Rambles”. È stata propiro la strada, percorsa o da fare, che ha portato anche quest’anno giovani laici e missionari all’Harambèe.

L’Harambèe ha proposto ai partecipanti momenti di riflessione e di preghiera sul tema del Primo Annuncio cristiano, su dove è possibile farlo e su come ciascuno è chiamato a farlo nella propria terra.

Nella serata del venerdì il tema è stato declinato a partire dal capitolo secondo del Vangelo di Luca “Vi annuncio una grande gioia” in cui ci si è soffermati su chi e sul come è avvenuto il primissimo annuncio.

La mattinata del sabato è trascorsa in cammino sui luoghi santi in cui Don Bosco stesso fece il suo primo annuncio: dal Santuario della Consolata, fino al cortiletto della chiesa di San Francesco d’Assisi. Nel pomeriggio hanno trovato spazio le attività di condivisione delle esperienze estive e di testimonianza dei missionari partenti, nell’ascolto sia della scelta di partire, sia dei desideri più profondi della chiamata.

“La prima parola, quella di primo annuncio nelle vite dei poveri è quella del silenzio. A volte è necessario stare solo accanto se ci si ferma a pensare infatti, è quello che fa Gesù nelle nostre chiese: sta lì fermo ad ascoltare, pronto che qualcuno apra il cuore per ascoltare ciò che Lui stesso ha da dire”.

Con questa riflessione di don Stefano Mazzer, docente di Teologia Sistematica presso la Facoltà di Teologia dell’Università Pontificia Salesiana, con sede a Torino, tanti dei giovani presenti hanno compreso come proprio Don Bosco e Madre Mazzarello hanno molto da insegnare sul valore del silenzio.

La giornata di domenica, contrassegnata dalla Messa d’invio della 149° Spedizione Missionaria Salesiana, era stata in precedenza aperta dalla testimonianza di due laici impegnati nell’oratorio di Piazza Armerina, in Sicilia, e dalla presentazione, prima dell’Eucaristia, dei missionari in partenza: 25 Salesiani e 11 Figlie di Maria Ausiliatrice.

“Di queste scelte di vita – ha commentato Andrea Montesano, uno dei presenti all’Harambèe – non si leggono prime pagine sui quotidiani o primi titoli nei sottopancia dei telegiornali, ma se il bene non fa rumore e il rumore non fa bene, allora vuol dire che appuntamenti ed esperienze di questo tipo sono quelli che fanno dire ‘sì, sono sulla strada giusta’”.

Come ricorda Papa Francesco nella sua Evangelii Gaudium (n° 273), “la missione al cuore del popolo non è una parte della mia vita o un ornamento che posso togliere…. Io sono una missione…. Tuttavia, se uno divide da una parte il suo dovere e dall’altra la propria vita privata… smetterà di essere popolo”.

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