Kinshasa (RD Congo). Dal 31 gennaio al 3 febbraio 2023, Papa Francesco ha compiuto parte del suo 40° viaggio apostolico nella Repubblica Democratica del Congo, per poi proseguire per il Sud Sudan, fino al 5 febbraio. “Tutti riconciliati in Gesù Cristo”, è lo slogan scelto per la Visita in questo Paese.
Come da programma, il 31 gennaio il Santo Padre è giunto a Kinshasa, nella capitale della RD Congo dove, nel giardino del “Palais de la Nation”, ha incontrato il Presidente della Repubblica, Félix Tshisekedi, e poi le autorità, i rappresentanti della società civile e il corpo diplomatico. “Ho tanto desiderato essere qui e finalmente giungo a portarvi la vicinanza, l’affetto e la consolazione di tutta la Chiesa, e a imparare dal vostro esempio di pazienza, di coraggio e di lotta”, sono state tra prime parole da lui pronunciate.
A questi eventi di grazia hanno partecipato 33 Figlie di Maria Ausiliatrice, 22 da Kinshasa e 11 da tre diverse Diocesi, tra cui l’Ispettrice dell’Ispettoria Nostra Signora d’Africa (AFC), suor Clarisse Ngoie. Suor Joséphine Bela e suor Michaëlle Mwika raccontano quanto hanno vissuto:
Va ricordato che la Visita del Santo Padre nella RD Congo, prevista dal 3 al 7 luglio 2022, era stata rinviata, suscitando un po’ di scoraggiamento tra i cristiani, che tuttavia non avevano perso la speranza. Al suo arrivo il 31 gennaio, la popolazione congolese si è commossa nel vedere il Santo Padre nella propria terra.
Uomini, donne, bambini e giovani, cristiani cattolici e non, di tutte le confessioni religiose, lo hanno accolto con grida di gioia e danze, dall’aeroporto fino al Palazzo del Popolo, dove è stato ricevuto dal Presidente del Paese. E da lì fino alla Nunziatura, dove alloggiava. Il messaggio forte del Papa al mondo è stato: “giù le mani dalla Repubblica Democratica del Congo, giù le mani dall’Africa! Basta soffocare l’Africa: non è una miniera da sfruttare o un suolo da saccheggiare”.
Il 1° febbraio il Papa ha celebrato la Santa Messa secondo il Messale Romano per le Diocesi dello Zaire, alla presenza di oltre un milione di fedeli riuniti all’Aeroporto di Ndolo. Il Vangelo del giorno (Gv 20, 19-23) narrava l’apparizione ai discepoli, in cui Gesù, disse: «Pace a voi!». Tutti aspettavano il messaggio e la benedizione del Papa.
“Possiamo chiederci – ha detto il Santo Padre – come custodire e coltivare la pace di Gesù? Egli stesso ci indica tre sorgenti di pace, tre fonti per continuare ad alimentarla. Sono il perdono, la comunità e la missione”. La sua omelia, sulla parola pace, è rimasta impressa nel cuore del popolo congolese ferito dall’ingiustizia sociale.
Nel pomeriggio, il Papa ha ricevuto la visita delle persone colpite dalla guerra che da 30 anni imperversa nell’est del Paese, ai quali ha proposto di ripartire da due “no” e da due “sì”: “no” alla violenza e alla rassegnazione, “sì” alla pace e alla speranza.
In serata, presso la Nunziatura Apostolica, ha incontrato i rappresentanti di alcune opere caritative e, dopo aver ascoltato canti e testimonianze, ha detto loro: “voi siete la foresta che cresce ogni giorno in silenzio e rende l’aria migliore, respirabile. Certo, fa più rumore l’albero che cade, ma Dio ama e coltiva la generosità che silenziosamente germoglia e porta frutto, e posa lo sguardo con gioia su chi serve i bisognosi”.
Il 2 febbraio si è tenuto il grande incontro con i giovani delle Diocesi della RD del Congo, con 65.000 partecipanti. Papa Francesco ha riassunto il suo discorso in cinque punti che rappresentano le cinque dita della mano: “Preghiera”, “Comunità”, “Onestà”, “Perdono” e “Servizio”.
È stata una giornata davvero speciale, segnata dalla gioia e dalla creatività di inventare i canti dopo ogni esortazione del Santo Padre. I giovani erano felici, confortati dal suo messaggio. Hanno detto no alla violenza e alla corruzione. Una ragazza della Laura House delle FMA di Kinshasa, che frequenta l’ultimo anno del corso, ha detto: “Mi è piaciuto quando ha proposto questo esercizio: guardate le vostre mani e ponetevi la domanda: a cosa servono le mie mani? A distruggere o a costruire? Sentivo dentro di me una forza che mi spingeva a offrirmi al contrario a tutti i costi per la mia Chiesa e il mio Paese”.
Un altro giovane di Lubumbashi ha detto: “Il Papa è umile e semplice. Si è adattato a noi nella sua lingua. Ho sentito che è per tutti, senza distinzione di razza o cultura. Si è preso il suo tempo con noi”.
Nel pomeriggio, nella Giornata della Vita Consacrata, il Papa ha incontrato sacerdoti, diaconi e seminaristi, consacrate e consacrati nella Cattedrale di Nostra Signora del Congo. Li ha invitati a guardarsi da tre tentazioni: dalla mediocrità spirituale, dalla comodità mondana e dalla superficialità, che oggi rovinano la vita consacrata. Ringraziandoli per il prezioso servizio e la testimonianza ha augurato loro “di essere sempre canali della consolazione del Signore e testimoni gioiosi del Vangelo, profezia di pace nelle spirali della violenza, discepoli dell’Amore pronti a curare le ferite dei poveri e dei sofferenti”.
Venerdì 3 febbraio, prima di proseguire il suo viaggio in Sud Sudan, ha incontrato i Vescovi della Conferenza Episcopale Nazionale del Congo (CENCO), esortandoli ad essere testimoni credibili e portavoce dell’amore e della vicinanza del Signore presso il suo popolo, come buoni Pastori, secondo tre direzioni:
“Siamo Pastori e servi del popolo di Dio, non amministratori di cose, non affaristi, pastori! L’amministrazione del vescovo dev’essere quella del pastore: davanti al gregge, in mezzo al gregge, dietro al gregge. Davanti al gregge per indicare la strada; in mezzo al gregge per sentire l’odore del gregge, non perderlo; dietro al gregge per aiutare coloro che vanno più lentamente, e anche per lasciare un po’ il gregge da solo e vedere dove trova dei pascoli”.
Infine, ha espresso la riconoscenza a loro e a quanti hanno preparato questo Viaggio dicendo: “Avete avuto la pazienza di aspettare un anno, siete bravi! Grazie di questo! Avete dovuto lavorare due volte, perché la prima volta la visita è stata annullata, ma so che siete misericordiosi con il Papa! (…) La misericordia. Perdonare sempre. (…) Perdonate sempre, nel Sacramento della Riconciliazione. E così seminerete perdono per tutta la società”.
Realmente gracias a PAPA Francisco, un testimonio de Luz y Sal para la Iglesia. Q la semilla puesta en Africa y Sudan den frutos de Paz y justicia seguimos Orando por la visita pastoral. Sor Aida