Madrid (Spagna). Il 12 aprile 2024, a Madrid, presso la sede dell’Ispettoria San Giacomo Maggiore (SSM) dei Salesiani di Don Bosco, si è svolta la seconda edizione dei “Dialoghi di Pastorale Giovanile” sul tema “Pastorale nel metaverso: Intelligenza Artificiale vs Intelligenza Pastorale”, organizzata dal Centro Nazionale della Pastorale Giovanile Salesiana della Spagna, in coordinamento con l’editrice salesiana “Central Catequética Salesiana” (CCS).

La giornata era rivolta a insegnanti e formatori in ambito scolastico, educatori, accompagnatori dei giovani nelle piattaforme per il tempo libero, catechisti e animatori dei percorsi di educazione alla fede, nonché a formatori attivi in altri ambiti educativi. Era presente suor Herlinda Palomino, Figlia di Maria Ausiliatrice, collaboratrice dell’Ambito per la Pastorale Giovanile dell’Istituto FMA.

L’incontro ha previsto interventi di personalità del settore, tra cui Jaime Tatay, gesuita, Docente alla Pontificia Università di Comillas; Juan Ramón Lara, sacerdote della Diocesi di Barcellona; José Fernando Juan, Docente di filosofia ed educatore al Marianistas di Madrid; Carmen Pellicer, teologa, pedagoga e presidente della fondazione Trilema; Francisco Javier Valiente, SDB, giornalista e delegato salesiano per la Comunicazione della Spagna.

Il tema dell’Intelligenza Artificiale pone molte sfide alla Pastorale e, attraverso questo e altri incontri, si intende confrontarsi riguardo all’immersione tecnologica e al transumanesimo, nella prospettiva dell’antropologia cristiana, riflettere sulle sfide dell’Intelligenza Artificiale nei confronti dell’azione educativa e pastorale e progettare questioni etiche relative allo sviluppo dell’IA, con particolare attenzione al mondo giovanile.

Il mondo virtuale e l’intelligenza artificiale riguardano una dimensione di conflitto inevitabile, ma anche di dialogo, e richiedono un discernimento per sapere quando farne uso e quando procedere con cautela. Come utenti standard non si conoscono gli algoritmi che stanno dietro l’IA e nemmeno i criteri che governano le scelte o gli interessi economici e commerciali che stanno dietro; per questo è necessario alfabetizzarsi e alfabetizzare le Comunità Educanti su queste tematiche.

Lo sviluppo dell’IA solleva molte questioni etiche. La prima – e più evidente  – può essere la questione della verità, di tutte le informazioni che si “consumano” ogni giorno, che interpella su cosa sia reale e cosa non lo sia.

Chi è l’essere umano, un essere infallibile e perfetto come le macchine? Cos’è essenziale nell’uso dei social network? Come rispondere alla ricerca di senso? Come suscitare stupore in questa società dell’immediatezza e del consumismo? Come educare alla libertà quando le reti spingono all’alienazione? Si potrebbe continuare con le domande, tuttavia come cristiani è anche possibile offrire delle risposte.

L’essere umano è limitato e vulnerabile e queste caratteristiche innate gli permettono di aprirsi a una realtà molto più grande, alla trascendenza; non è chiamato a vivere come un essere infallibile, è chiamato a vivere secondo la sua inalienabile dignità, come figlio amato da Dio. L’essenziale nella comunicazione digitale deve esplicitarsi nell’amore a Dio e al prossimo, pertanto i social network possono e devono essere spazi di gratuità, di attesa e di accoglienza del limite. È inoltre essenziale concepire l’ambiente digitale come un luogo per creare cultura. La grande responsabilità di ogni credente è dunque quella di permeare l’IA di cristianesimo, avendo chiaro lo scopo della sua presenza nelle reti, cioè indicare la direzione, dare senso per non perdersi nell’eccesso mediatico.

L’intenzionalità, quando si tratta di essere presenti nel mondo digitale, è molto importante. È urgente risvegliare il desiderio di vivere e di “vivere bene”: questo implica educare a prendere decisioni “per scegliere il bene”. Bisogna curare anche la forma, perché “come” viene comunicato è importante quanto “cosa” viene comunicato. Per il cristiano questo non è negoziabile: si comunicano la verità, la bontà e la bellezza.

Gli strumenti digitali hanno molti vantaggi: innanzitutto possono velocizzare notevolmente il lavoro meccanico, diventano molto più facile la raccolta dei dati, l’analisi e la preparazione di statistiche che supportano il processo decisionale; possono accorciare le distanze e facilitare l’ascolto, il dialogo e l’incontro, favorire il lavoro di squadra e la formazione online, senza sostituire, ovviamente, gli incontri personali. Esistono inoltre molti strumenti che facilitano la ricerca e lo sviluppo delle risorse necessarie per il lavoro pastorale.

Nel grande metaverso solo l’essere umano può relazionarsi con giudizio critico e creativo, impregnarlo di senso e di verità. Entrare in dialogo con l’IA non è pertanto un’opzione, bensì una realtà che non può essere scelta, ma vissuta con amore e autenticità.

1 COMENTARIO

  1. Gracias por compartir. Reso por la linda iniciativa de Animar pastoralmente… El Reino de Cristo crece con Esperanza un abrazo Sor Aida

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