Zway (Etiopia). Dall’8 al 12 aprile 2024 si è tenuto a Zway, presso il Mary Help College delle Figlie di Maria Ausiliatrice della Visitatoria Maria Ausiliatrice (AES), l’evento Da Mornese all’Africa: Rete TVET delle Suore Salesiane per l’innovazione e la sostenibilità (From Mornese to Africa: Salesian Sisters TVET network for innovation and sustainability), con l’intento di avviare un percorso per la creazione di un network internazionale TVET (Technical and Vocational Education and Training) per l’attivazione di collaborazioni stabili per la formazione delle giovani e dei giovani nel continente africano, anche valorizzando nuove opportunità europee e nazionali.

Hanno partecipato Figlie di Maria Ausiliatrice coordinatrici di Centri professionali delle Ispettorie e Visitatorie africane ecollaboratori laici della Visitatoria AES, i rappresentanti del CIOFS-FP ETS – la Presidente, suor Manuela Robazza e la sua equipe -, la Consigliera generale per le Missioni, suor Ruth del Pilar Mora, suor Chanda Nsofwa, collaboratrice dell’Ambito per la Pastorale Giovanile e referente Scuola/FP per la CIAM, suor Yvette Badini, Ispettrice dell’Ispettoria Madre di Dio (AFO) e Presidente della Conferenza interispettoriale CIAM, suor Marie Dominique Mwema Mukato, Superiora della Visitatoria Maria Ausiliatrice (AES).

Dando il benvenuti ai partecipanti, suor Marie Dominique ha evidenziato l’importanza della Formazione Professionale in risposta al grido dei giovani che cercano lavoro in Africa e in altre parti del mondo. Questo perché il lavoro è la via per una vita dignitosa e per lo sviluppo di ogni società, che ha il dovere di dare un futuro migliore ai/alle giovani.

Collocando il lavoro educativo in un prospettiva più ampia, suor Ruth è partita da una panoramica della presenza delle FMA nel mondo, e ha indicato l’ispirazione di Don Bosco e di Madre Mazzarello di essere dalla parte dei più poveri, individuandone le potenzialità e offrendo loro educazione formale e informale, per formare buoni cristiani e onesti cittadini. In questa scia continua la riflessione sui Centri FP presenti in Etiopia e in altri paesi africani da ben 40 anni.

A sua volta, Mons. Abraham Desta, Vescovo del Vicariato di Meki, ha ringraziato e incoraggiato tutti partecipanti a rimanere uniti nel cercare le vie migliore per assicurare un futuro ai giovani, ribadendo l’importanza di coinvolgere le ragazze e le donne tramite un empowerment che le porti ad essere alla pari nella società.

Il programma prevedeva la condivisione di buone prassi a partire dall’esperienza dei Centri professionali delle Ispettorie africane, con i rispettivi dati sui corsi offerti, affluenza, qualità e impiego post diploma. Tra le sfide è stata evidenziata l’importanza di lavorare sulla qualità dell’offerta formativa, che richiede formazione per educatori adatti alla Scuola Professionale, in base alla richiesta del mondo del lavoro.

Sempre per assicurare la qualità, si è evidenziata anche la necessità di avere stabilità nel personale nei Centri FP. Significativa è stata la testimonianza di suor Silvana Rasello del CIOFS Piemonte, che ha affermato: “quest’anno compio 50 anni di vita religiosa e 49 nella Scuola Professionale”.

Nella condivisione di buone pratiche, alcuni ex-allievi del Mary Help College hanno portato la loro testimonianza su come, attraverso la Scuola Professionale, hanno avuto l’opportunità di imparare un mestiere per guadagnarsi la vita e sostenere la propria famiglia. Oltre a trovare un lavoro per se stessi, alcuni hanno raccontato come hanno aiutato altri ad aprire piccoli laboratori con l’aiuto del “Global Solidarity Fund”, motivo in più per scommettere sulle Scuole Professionali in Africa.

Sono state giornate di studio, confronto, ricerca e approfondimento intense e ricche in cui, nello stile della sinodalità e della fraternità, si è iniziato a dare vita a una rete, partendo dalla condivisione dello stesso modello di formazione professionale. Per dare un orientamento alla riflessione sul TVET, sono stati invitate autorità del governo e stakeholders che operano in Etiopia. Questo ha dato la possibilità di approfondire e di dialogare su: una nuova road map di TVET in Etiopia, sfide e opportunità, TVET come risposta efficace per i giovani, in particolare per i più vulnerabili, sostenibilità e impiegabilità in TVET, sviluppo dell’economia. Su quest’ultimo aspetto, suor Alessandra Smerilli, Segretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, in collegamento online, ha rivolto parole di incoraggiamento all’assemblea, assicurando anche il supporto del Santo Padre.

Per facilitare piani strategici di marketing e valorizzare il brand della Rete della Scuola Professionale CIAM in maniera unitaria, si è lavorato inoltre sulla Carta di identità della Formazione Professionale delle Suore Salesiane, che ne renda evidenti all’esterno i valori, insieme alla visione di formazione, e su un’idea condivisa di rete, con alcune questioni aperte che richiedono, per continuare il percorso, il parere e il consenso delle autorità.

L’incontro di Zway si colloca nel cammino di riflessione e studio promosso dall’Istituto FMA con le Ispettorie africane sulla Scuola e i Centri Professionali in Africa, portata avanti nei diversi anni dall’Ambito per la Pastorale Giovanile su vari temi, avendo sempre a cuore l’impegno educativo, le potenzialità e le prospettive di futuro delle opere della Scuola e della FP in Africa e Madagascar: 2003, Makuyu, Kenya; 2006, Nairobi, Kenya; 2008 Bingerville, Costa d’Avorio; 2010 Yaonde, Camerun; 2012 Namaacha, Mozambico; 2017 Makuyu, Kenya. La continuazione del cammino, con un incontro nel 2022 e diversi incontri online nel 2023, è in risposta al mandato di Madre Yvonne Reungoat al CIOFS nel 2021: “Vi chiedo di dare vita alla rete internazionale della formazione professionale salesiana”.

Seguendo la 2a scelta prioritaria del CG XXIV dell’Istituto delle FMA sulla sinodalità missionaria, la riflessione su Scuola/Centri di Formazione professionale nella CIAM è un impegno assunto come interambiti, vissuto con responsabilità, apertura all’ascolto e all’accompagnamento, nello spirito di famiglia, per testimoniare la profezia della comunione per una crescita nella corresponsabilità, sussidiarietà e mentalità progettuale.

La riflessione portata avanti nel corso dell’evento su lavoro in rete a livello di CIAM richiede a ogni Ispettoria africana di assumere un impegno ulteriore che consiste in uno studio più approfondito della realtà, insieme ai bisogni del territorio.

La speranza e quella di continuare ad alimentare “la gioia e lo stupore della chiamata ad essere comunità missionarie: Mornese in uscita; comunità che annunciano Gesù con la vita, che assumono le sfide del cambiamento e testimoniano i valori evangelici, che si fanno carico delle varie forme di povertà presenti nelle periferie esistenziali e geografiche”. (FMA CG XXIV n.26)

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