3^ tappa: la Parrocchia
Mornese (Italia). Incomincia la terza tappa dell'itinerario verso Mornese. È il tempo dell’amicizia per Maria Domenica Mazzarello. La parrocchia è centrale nella vita e nell’itinerario spirituale di Maria Domenica. Infatti, non solo è il luogo della sua nascita alla vita cristiana: qui fu battezzata il 9 maggio 1837, ma anche la culla della sua fede, alimentata dai sacramenti dell’Eucarestia, ricevuta nel 1850 e della Riconciliazione alla quale si associa il ministero di direzione spirituale di don Pestarino nei suoi confronti.
Nella vivacità spirituale e sociale di questa realtà, Maria D. matura nella fede e nelle relazioni, sviluppa un apostolato inizialmente orientato a tutte le opere di carità, e poi via via sempre più mirato alla formazione integrale delle ragazze. Qui matura la sua vocazione di Figlia dell’Immacolata e di Figlia di Maria Ausiliatrice. La Parrocchia, potremmo dire, è il grembo fecondo che dà alla luce la sua vocazione consacrata ed educativa. La presenza di don Pestarino è nella comunità parrocchiale mediazione fondamentale. Egli, giunge a Mornese nel 1848, quando Maria D. ha undici anni, e ne diviene il maestro e la guida per ventisette anni, fino alla morte. Convinto del valore formativo del gruppo, don Pestarino diede incremento alle associazioni. Per i fanciulli costituì l’Opera della Santa Infanzia, per le mamme l’Associazione delle madri di famiglia, per gli uomini la Conferenza di S. Vincenzo, per i giovani e le ragazze le Unioni dei Figli e delle Figlie di Maria Immacolata.
In questo microcosmo sociale ed ecclesiale Maria si apre al dono dell’amicizia, realtà che l’aiuterà a crescere nella vita umana e cristiana. Ella intuisce il valore dell’amicizia fin dall’età dell’adolescenza, quando trovandosi un giorno con Petronilla fuori dalla chiesa la invita ad essere sua amica pregando insieme. Più tardi, come appartenente all’Associazione delle Figlie di Maria Immacolata (FMI), Maria D. conoscerà i vantaggi delle sante spirituali amicizie, nate cioè dalla “vera carità di Dio”. Questi vantaggi erano sintetizzati dallo stesso Frassinetti nel buon esempio, nell’incoraggiamento, nel bene operare, nella preghiera vicendevole, nell’aiuto reciproco, nella correzione fraterna. La “santa” amicizia che lega Maria e Petronilla si alimenta di queste ricchezze. La presenza di Dio sulla quale è fondata garantisce perciò la loro crescita affettiva e spirituale. Descrivendo le due amiche, il Maccono più che le somiglianze ritrae le differenze, evidenziandole come un tratto provvidenziale e una componente indispensabile alla loro amicizia. La mitezza e la calma di Petronilla, infatti, mitigano l’irruenza di Maria, mentre la lentezza di Petronilla, che la rende incerta di fronte a scelte lungimiranti, viene corretta dalla sicurezza e dalla determinazione di Maria. Quando si tratta di accettare la proposta di essere FMA, Maria, con la prontezza che la distingue, non esita a rispondere di sì, mentre Petronilla indugia. È proprio la sicurezza di Maria a dare anche a lei il coraggio che le manca.
Non tutte le amicizie hanno lo stesso valore, intensità, profondità e durata. Alcune sorgono facendo sperare una promettente crescita, poi invece terminano nel ristagno, nella regressione, nella rottura. Ci sono, al contrario, rapporti interpersonali caratterizzati da rispetto, fedeltà, tenerezza, calore e impegno. Sono quelli fondati sulla percezione della ricchezza dell’altro e sulla sua profondità di vita. Si costruisce allora, come nel caso di Maria e Petronilla, un’amicizia solida e appagante, che fiorisce perché permette all’altra persona di rivelarsi nelle proprie ricchezze interiori, ma anche nelle proprie ombre. L’amore paziente e autentico per l’altro, solido e maturo, aiuta a credere in se stessi e a cogliere il meglio di sé. Il clima d’amore che l’amicizia produce rafforza dunque il positivo tra le persone, anche quando è necessario dire, senza asprezza e aggressività, ciò che non funziona. Il rapporto tra Maria e Petronilla è di questo tipo. Il fondamento comune dal quale entrambe traggono stimolo per comunicarsi vicendevolmente il loro essere profondo, è Dio. Per questo, senza rispetto umano, entrambe si aiutano a crescere in questa direzione. La loro è un’amicizia che aiuta a crescere, ad “essere di più”.
L’amicizia infonde coraggio e capacità di sdrammatizzare, e questo permette alle due giovani di andare a vivere insieme, accettando anche le critiche con grande fiducia in Dio.
«Maria D. matura gradualmente l’amicizia non tanto come scelta preferenziale di persone per sé, ma in apertura e disponibilità ad un progetto che lentamente le si rivelava attraverso le mediazioni che il Signore le faceva incontrare; tale disponibilità mise le basi di quel clima, chiamato “clima di famiglia” o “spirito di famiglia” ricco di confidenza, di cordialità, di collaborazione tra chi vive in uno stesso ambiente nella medesima vocazione». |